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Nell'osservazione quotidiana degli avvenimenti è impossibile sfuggire alla crescente cronaca di delitti che maturano nelle sfere dell'affettività, in quelle relazioni che da amorose si trasformano in infernali e confluiscono in episodi di aggressività, di pedinamento e controllo, di coercizione, di violenza e, troppo spesso, di omicidio.

La perdita del controllo maschile sul mondo femminile pare essere un fenomeno a cui non pochi maschi non riescono, psicologicamente e culturalmente, a fare fronte e la pornografia diviene il rifugio che esalta il Principio di Piacere in contrasto col Principio di Realtà.

Questa modalità del disagio maschile si somma ad altre difficoltà che derivano dalle condizioni lavorative, economiche e sociali a cui larga parte della popolazione è soggetta: crescono allora e si sviluppano fenomeni consistenti e socialmente pervasivi, dal consumo di psico farmaci a quello di oppiacei e stupefacenti, dalle forme di aggressività e violenza, individuali o di gruppo, per approdare alle ludopatie o alla pornodipendenza, in un processo dalle dinamiche crescenti, tanto sotto il profilo sociale, quantitativo, quanto in quello individuale, qualitativo, assumendo forme esplicative del disagio sempre più esigenti, sempre più forti e aggressive, in un crescendo apparentemente irrefrenabile.

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