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FARE I SOLDI CON LE CASE DEGLI ALTRI

  • Immagine del redattore: gil borz
    gil borz
  • 12 ott
  • Tempo di lettura: 1 min

A volte mi sembra semplicemente immorale, ma ho raggiunto un'età per cui poche cose mi scandalizzano. Parlo delle provvigioni richieste dalle agenzie immobiliari per attività di intermediazione che spesso si definiscono in breve tempo. C'è chi vende e c'è chi compra, come sempre, e una cosa è darsi davvero da fare per intercettare domanda e offerta e metterle in relazione, altra cosa è aspettare che il potenziale cliente entri in agenzia pe rproporre qualcosa che abbiamo da tempo in un cassetto.

Insomma, il valore della provvigione dovrebbe essere coerente con il lavoro effettivamente prestato per portare a conclusione la transazione. Diversamente oggi la tendenza è quella di massimizzare i profitti riducendo le attività relative, in che non mette in buona luce il lavoro dei mediatori.

Vi sono una quantità di "servizi complementari" alla vendita che possono essere operati e che andrebbero, positivamente, a compensare un'aliquota provvigionale ridotta: si pensi ai contratti di servizi energetici che generano ricorrenze periodiche, alle assicurazioni (non solo immobiliari), ai contratti di gestione immobiliare, alle amministrazioni condominiali, alle attività di riqualificazione strutturale fino cartolarizzazioni, in termine di gestione finanziaria, delle locazioni abitative, argomento di cui VercelliDomani scriverà approfonditamente in un prossimo intervento.

Limitarsi a esigere un'elevata provvigione sia al venditore che al compratore senza avere espresso un lavoro "effettivamente percepibile, comprensibile e verificabile" è un po' fare i soldi con le case degli altri. E non è molto bello.

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Web & Social Management a cura di Gilberto Borzini

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