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UNA NUOVA DIMENSIONE ESPOSITIVA

  • Immagine del redattore: gil borz
    gil borz
  • 5 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

L'esperienza di Risò dovrebbe avere insegnato l'importanza di avviare una “dimensione extraurbana” per rilanciare la città ma non è detto che l'idea sia arrivata dove avrebbe dovuto.


Molto spesso, per opportunità e necessità politica, gli eventi locali hanno dimensione territoriale: attirano i residenti della città o della provincia, stentano a superare i limiti del contado amministrativo.

La stessa cosa vale per la promozione del turismo nel territorio, in cui quasi sempre manifesti e volantini servono a far capire agli elettori che si fa qualcosa ma stentano a raggiungere i mercati utili a generare economia sul territorio.

Una Fiera, un Evento, ha senso, infatti, se genera economia a favore della collettività: dalla Fiera e dall'Evento devono trarre vantaggio ristoratori e albergatori, negozianti e taxisti, altrimenti si tratta di una sagra paesana, e nel caso mettiamoci il cuore in pace e risparmiamo sull'organizzazione.

La recente edizione di Risò è stata una via di mezzo tra un evento locale di street-food e un'ipotesi di Fiera. Per essere “Fiera”, però, ci sarebbe bisogno di uno spazio espositivo urbano permanente (non si può contare sull'area espositiva di Caresanablot per una vera “Fiera” stante la dimensione e l'architettura non propriamente idonea) in cui ospitare molti più espositori, generare una molteplicità di convegni tematici e di conferenze, dotata di parcheggi accessibili. Insomma: se si riorganizzasse qualche area urbana (esistente e facilmente individuabile) in una logica di Area Espositiva forse Vercelli potrebbe avviare un progetto definito su tematiche agroalimentari e di sostenibilità energetico-produttiva (non esclusa la coibentazione edilizia derivata dagli scarti della produzione agricola) in grado di generare 5 o 6 eventi annuali capaci di attirare pubblico da oltre provincia se non da oltre confine.

Per rilanciare la Città sotto il profilo economico la generazione di Fiere ed Eventi può essere il volano utile che, a ricaduta, definisce una valorizzazione incrementale urbana.

Serve però una “struttura” fieristica, un ufficio dedicato alla creazione di eventi (uscendo magari dalla logica secondo cui sono sempre gli stessi a organizzare cose che il più delle volte portano vantaggio solo agli organizzatori) e, infine, nuove opportunità di accoglienza qualitativamente adeguata (Vercelli è ben posizionata nell'extra alberghiero ma scarsa nell'offerta tipicamente alberghiera).

Come sempre si tratta di volontà politica.

Aspettiamo fiduciosi.

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