ANDAMENTO LENTO
- gil borz

- 10 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 nov
Il confronto tra Vercelli e Novara è imbarazzante ed è il momento di provare a capire quali dinamiche si oppongono ad uno sviluppo economico e commerciale a Vercelli.
Partiamo da quanto sta accadendo a Novara e provincia (copio da Google):
Settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)
Settore industriale e produttivo
Silicon Box: Sta costruendo un nuovo impianto produttivo per semiconduttori a Novara, il primo in Europa.
Fabbriche Aperte: L'iniziativa ha permesso di visitare diverse aziende della provincia, tra cui Morganti Ferruccio Srl a Gozzano e Novamont Spa a Novara.
Settore della ristorazione
Pollicino: Un nuovo mega-ristorante per famiglie ha aperto nella zona di San Rocco, Novara.
Settore dei centri commerciali
Ex Macello: Sono previsti il completamento dei lavori di costruzione di un nuovo centro commerciale in questa area di Novara. Solo questo Retail Park ospiterà un supermercato Coop, 17 negozi, ristoranti e uffici.
Accanto alla realizzazione dell’area commerciale, è prevista la completa riqualificazione di Casa Bossi, edificio tutelato dal vincolo culturale, che verrà valorizzato con la creazione di 34 appartamenti, uffici di rappresentanza, unità commerciali e spazi pubblici ad uso culturale e congressuale.
Infrastrutture
Tangenziale di Novara: È prevista l'apertura di un nuovo tratto della tangenziale nel 2026
Parliamo, in sostanza, di economia, di produzione di nuova occupazione e di sviluppo.
E a Vercelli ?
Nulla. Un nulla cosmico che ruota attorno ad una apparentemente totale assenza di progettazione o forse, sostengono i soliti male informati e pessimisti cronici, ad un tran-tran di carattere speculativo (ma figuriamoci !) che fa capo ai potentati locali (ma non esiste, ma cosa dite!), quelli che organizzano attività per loro convenienti (ma di che parla? Ma lo dimostri!) ma che ben poco rilasciano sul territorio sia in termini di economia che, soprattutto, di occupazione.
Ovviamente si tratta di illazioni, bassa provocazione da parte degli esclusi dal potere a cui non possiamo né dare credito né tanto meno ascolto.
Come quelle voci che sostengono, ridicole!, che ci sia chi lucra sullo scarso valore immobiliare per speculare a breve, quando la domanda immobiliare crescerà impetuosamente trainata dagli espulsi dal milanese: incredibile che lo si possa anche solo pensare, come se esistesse una “spectre” locale, un comitatuccio d'affari immobiliari, ma non scherziamo.
Noi, ovviamente, dissentiamo e ci auguriamo che le malelingue vengano messe a tacere grazie a fulgidi esempi di dedizione all'interesse locale generati dalla politica e da chi gestisce le redini delle attività produttive territoriali.
Però che ci sia qualcosa che non funziona forse è vero. Perché se a trenta chilometri da Vercelli l'economia cresce e a Vercelli langue da qualche parte un intoppo ci deve essere.
Certo non di “spectre” si tratta, né di altre forme di potere che marchiano a fuoco ben più assolate terre, piuttosto è sistema monastico, che sopravvive i monaci e rende ricca l'Abbazia, è sistema feudale, che sopravvive l'ultimo ed arricchisce il Principe, è sistema del latifondo agrario, che sopravvive il contado e rende ricco il Padrone.
È sistema antico del “quieta non movere, mota quietare”, sopravvissuto ai secoli e ai cambiamenti ma ormai inadatto al mondo mutato.




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