STORIA DELLA SGARBATELLA E DEL MATTO CHE LE INSEGNO' A PLANARE
- Gilberto

- 30 ott
- Tempo di lettura: 1 min
Si dice che in politica la forma equivalga alla sostanza.
Così, a fronte di una sostanza che rinnega se stessa e smentisce ogni promessa iniziale, fa eco una forma sguaiata e ridondante, retorica e ossessiva tipica della Sgarbatella.
In epoche normali sarebbero bastati questi elementi a far deporre le armi, ma questi sono tempi bizzarri in cui al nulla non si propone alternativa orecchiabile, salvo un diverso nulla ridondante, retorico e ossessivo.
Alla destra che sociale non è più si contrappone una sinistra non più popolare colpevole di globalismo e finanza globale, di palese insistenza su argomenti indifferenti al popolo elettore.
Sul campo si odono urla e strepiti, sui contrafforti degli schieramenti si individuano crepe che diverranno fratture insanabili, smottamenti e frane, crolli e macerie come in un pessimo film della serie “Disaster Night”.
La Sgarbatella, in questo caos, ci sguazza: la palude è il suo ambiente naturale, lo schiamazzo il tono di voce suadente.
Il Matto, intanto, la incanta, la preme, la sospinge, la seduce vestendola d'oro e potere e la Sgarbatella ignora che il Matto è il Pifferaio e chi lo segue finirà nel burrone perchè questa è l'illogica logica del Matto: disporre di un seguito osannante e liberarsene prima che qualcuno gridi che il Re è Nudo. Qualcuno finirà nel gorgo della guerra, qualcuno strangolato dal prezzo dell'energia, qualcuno ancora sepolto dai debiti : per ognuno il Matto ha previsto un abisso personale.
Alla Sgarbatella il Matto affida un volo planato, gettata dalla torre dai suoi elettori delusi potrà contare su modeste ali che la condurranno altrove in luoghi più modesti e silenziosi dve il rimpianto è più atroce della penitenza.





Commenti