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DA PLATONE A MELONI

  • Immagine del redattore: Gilberto
    Gilberto
  • 22 ott
  • Tempo di lettura: 1 min

La TecnoRepubblica


Nel mondo occidentale si fa un gran parlare di Autocrazie, di Tecnocrazie e di tendenza a forme autoritarie di governo personificate nelle figure di Trump, Orban e Meloni.

Che dire poi dei governi cinese o russo che hanno con la democrazia un rapporto quanto meno episodico?

Che dire allora delle molteplici oligarchie, dittature di clan e i famiglie sparse per il globo? L'impressione è che la stranezza, la mosca bianca, la rarità sia la democrazia, non le altre forme di governo che nella democrazia non si riconoscono.

Nel '900 attraverso sistemi democratici si affermarono le diverse forme della dittatura, acquisendo un potere mai più negoziato e dimostrando, soprattutto, la debolezza del sistema, il vulnus del modello.

Platone, filosofo più volte riscoperto nel corso dei secoli, torna in auge con il suo modello di Repubblica in cui vota una ristretta minoranza di aventi diritto, governa un manipolo di saggi protetto dalle milizie, e il popolo è lieto di tirare a campare senza dover anche pensare, e questa breve descrizione sembra poter collimare con buona parte dell'occidente attuale.

L'abbattimento dell'apprendimento scolastico, il rimbecillimento delle masse mediante intrattenimento di basso livello, una diversità politica urlata tra schieramenti apparentemente simili riducono l'elettorato ai minimi termini favorendo la concentrazione del voto e del potere derivante.

Ma non crediamo che si tratti di TecnoFascismo, come sostiene qualche filosofa scrittrice: chiunque vada al potere oggi assume il medesimo criterio, il medesimo modello che diverrà lo standard del futuro prossimo: le prove tecniche di TecnoRepubblica sono state sperimentate durante la stagione del Covid.


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