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EUROPA, LA PALUDE CHE SI CREDEVA UN LAGHETO

  • Immagine del redattore: BorZorro
    BorZorro
  • 16 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Vice Presidente degli Stati Uniti ha lanciato un macigno nelle acque stagnanti della Palude Europa, una Palude convinta di essere ul limpido laghetto di montagna.

Come l'ideologia “slow” e delle molteplici “sostenibilità” ha immobilizzato il continente.


Un'immensa palude in cui agire è sempre più difficile, figuriamoci inventare. Una palude normativa, un reticoo fittissimo si leggi e leggine che si stendono come possenti ragnatele su tutto il territorio. Un'ideologia di fondo che esalta la “tradizione” che coincide con il “si è sempre fatto così”, un elogio preconcetto della lentezza, slow food, slow tourism, la prevalenza della negazione a ciò che innova, che modifica, che avvia nuovi processi attivi in nome di una non meglio chiarita “Sostenibilità” che altro non è che un diverso modo per affermare l'ottuso rifiuto al cambiamento: no tav, no tap, no gas, no nuke.

Decenni di trame tese a rallentare, frenare, demotivare, escludere, proibire col fine ultimo di mantenere in essere le strutture vicine, quelle che favoriscono i profitti storicamente determinati, quelle che portano elettori per il tramite della sussidiarietà, del sostegno economico, dell'assistenza, del contributo a superflue e soporifere opere culturali a partire dalla filmografia.

L'Unione Europea, da Prodi in avanti, ha tessuto la ragnatela dell'inconcludenza, della vessazione normativa, della burocrazia fine a se stessa, ed oggi annaspa di fronte all'evidenza del suo fallimento.

Lo schema, si badi bene, è il medesimo che in Italia fa capo a grandi Città che non riescono a trovare spazio e ruolo nel mondo che avanza. Penso soprattutto a Torino, che non emerge dalle sabbie mobili del dopo FIAT, capitale dell'editoria libraria in un mondo che non legge quasi più, città vertice di antichi saperi che per svilupparsi hanno dovuto lasciarla.

Penso a Bologna che si sostiene e mantiene sul sistema un tempo cooperativo e oggi finanziario, un'oligarchia economica che esclude larga parte della cittadinanza e non proietta in innovazione industriale o commerciale la propria forza, capitale di una Regione devastata dall'incuria ambientale.

Penso a Firenze, attorcigliata sulla propria fascinazione turistica e totalmente privata di altre forme di sviluppo e di occupazione.

Un sistema paludoso che sostiene pochi e prossimi attori economici e abbandona tutti gli altri.

Un sistema vessatorio che sviluppa norme utili alle lobbies di riferimento.

Vance, il Vice Presidente degli USA, ha gettato un immenso macigno nella palude europea facendo tracimare ondate di fango e melma.

Ora però dobbiamo essere noi a costruire un futuro diverso.



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