IL CAPITALE FESTAGGIA LA GUERRA
- BorZorro
- 20 giu
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Certo, le borse all'inizio frenano un pochino, magari colte di sorpresa, salvo poi scoprire che il Business della Guerra può avvantaggiare tutti.
Finalmente (sic!), dopo anni di melensa globalizzazione commerciale scarsamente conflittuale sono tornati i blocchi contrapposti e con loro la buona, cara e vecchia Guerra Fredda che impone di armarsi fino ai denti perché solo l'equilibrio del reciproco terrore può funzionare come deterrente.
Finalmente i produttori di metalli semoventi possono dismettere le poetiche proiezioni ambientaliste volute dall'algida europa e avviano la produzione in serie di carri armati, mezzi corazzati, cacciatorpediniere, portaaerei e incrociatori, obici e mortai, cannoni e mitragliette, bombe grandi e piccine, tattiche e sintattiche, pistole e caricatori: il mercato più vivace (e ricco) del mondo!
E poi altri si dedicano a divise e scarponi, baschi e mutandoni, e altri ancora a satelliti e radar, sistemi di controllo e contrarea , razioni in scatola e sacchi a pelo.
Fiorisce l'edilizia che ristruttura in bunker le cantine, in rifugi le cabine armadio.
Finalmente si consuma petrolio, si brucia gasolio, si inquina in libertà.
Finalmente lo stupro etnico, l'affamare il popolo ostile, la borsa nera (altro che inflazione!).
Finalmente diamo spazio alla belva nascosta in ogni uomo, liberiamo le energie compresse, trattenute dalla troppa educazione.
Finalmente le bombe e la distruzione che anticipano il grande affare della ricostruzione.
Un fiorire, finalmente, di attività capaci di ridare slancio ad un'economia che si pensava arenata, stanca, priva di inventiva, incapace di competitività.
Il Capitale vuole la Guerra perché la Guerra rende.
Perchè si conquistano territori e risorse.
Perché si impone la politica che il Capitale sostiene.
Perché il Capitale divora energia e ne deve possedere le fonti.
Il resto sono chiacchiere e poesia, etichette morali per tenere buono quel minchione di popolo.
Noi siamo i buoni, chiunque noi si sia, e per definizione.
E chi si chiama fuori è rinnegato e traditore, complice del nemico.

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