OCCIDENTI CONTRO
- BorZorro
- 25 feb
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La svolta politica impressa dall'Amministrazione Trump potrebbe rivelarsi lo stimolo necessario per l'UE a definire una vera Unione, un vero Stato europeo con un Governo federale e un esercito comune. Al momento, però, regna una consistente conflittualità.
Gli accordi tra USA e Russia avviati sul corpo devastato dell'Ucraina sembrano già in piena fase di negoziazione: non molto diversamente da quello che fu l'accordo tra Molotov e Ribbentrop del 1939 i due players si spartiscono il piatto invece che confrontarsi sul campo di battaglia.
Sappiamo comunque come andò nel '39 e nulla vieta di pensare che terminati i festeggiamenti per l'armonia imperiale ritrovata le tensioni esplodano nuovamente e altrove.
UE abbandonata
L'Unione Europea rimane col cerino in mano. Per seguire la ratio statunitense a guida Dem ha rinunciato al Gas russo, ha perso industria e competitività, esaltato conflittualità sociali interne e il nuovo corso avviato da Trump cancella le attese, le impostazioni strategiche, le relazioni tattiche.
La disistima espressa dalla diplomazia USA verso l'UE è palese, l'applicazione di dazi commerciali probabile: dal conflitto ucraino l'Unione esce con le ossa rotte, vero vaso di coccio tra vasi di metallo e lo spiazzamento politico diviene un rischio strutturale davanti alle sfide epocali che attendono il Continente: migrazioni economiche, ambientali, cambiamenti climatici e autonomia energetica.
Mentre le società nazionali incrementano le opzioni politiche estreme con crescite significative dei partiti intransigenti tanto a destra quanto a sinistra dello schieramento, anche l'Unione è percorsa da conflitti che dividono in due schieramenti gli Stati nazionali: da una parte i liberal progressisti che amavano Biden e dall'altra parte i conservatori che rimpiangono i rapporti con Putin precedenti il conflitto.
Osservando il contesto continentale sembra di guardare un'ipotesi di Autonomia Differenziata in versione continentale e in questa situazione di estremo imbarazzo e tensione anche il progetto di mediazione che il nostro governo voleva intestarsi fungendo da ponte tra nuovi interessi statunitensi e europei sembra destinato al fallimento.
Dalla Difesa alla Costituente?
Le affermazioni di Trump e Vance relative alla funzione della NATO e all'idea di una minor partecipazione economica USA all'alleanza militare, impongono all'UE una nuova dimensione di difesa comune, la creazione di un esercito comune capace di definire economie di scala, acquisti congiunti e strategie comuni. Su questa base, sulla base di una Difesa Comune, può costruirsi una nuova forma dell'alleanza economica diventando elemento centrale attorno al quale costruire l'Unità Politica, in primo luogo Costituzionale.
Serve la creazione di un nuovo blocco interno ai 27 Stati Membri che colga l'opportunità storicamente irripetibile e avvii una “fusione a freddo” degli interessi nazionali cementando in un'unica Federazione le singole realtà nazionali: un passo Costituente senza il quale l'Unione, così com'è strutturata e organizzata, rischia la definitiva frantumazione, una crisi che potrebbe assumere le sembianze della crisi yugoslava degli anni '90.
Serve un piano di Sviluppo.
L'ipotesi tracciata poco sopra riguarda l'alta politica, ma nelle singole Nazioni si respira l'atmosfera avvelenata dalle singole condizioni dell'economia, dal disagio sociale espresso da quote rilevanti di cittadini.
Potrà l'UE aggregarsi attorno ad un processo politico senza un adeguato piano strategico di sciluppo economico che proietti il continente ad un livello si competitività adeguato al confronto con gli Imperi statunitense, russo e cinese?
Potranno le economie necessarie nei decenni prossimi, dall'indipendenza energetica alla green economy, dall'intelligenza artificiale alle tecnologie dello Spazio, dalla circolarità produttiva alla cybersecurity, definire quella nuova economia del rilancio capace di mettere d'accordo tutti gli attori in un processo aggregante definitivo?

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