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OCCIDENTE TRA PASSATO E FUTURO

  • Immagine del redattore: Gilberto
    Gilberto
  • 16 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

VERSO UNA SOCIETA' DECATEGORIZZATA - VERSO LA RICERCA DEL NECESSARIO


Recentemente si è andato riscoprendo il MedioEvo: da una parte gli storici leggono e discutono i saggi di Le Goffe, dall'altra il grande pubblico ascolta il professor Barbero o, per altri tempi storici, Paolo Mieli.

Si ritiene, di questi tempi, che il MedioEvo assomigli e non poco ai giorni attuali e in effetti qualche relazione esiste.

Nasce con la caduta dell'Impero Romano che ebbe alcune cause specifiche: lo sviluppo dell'Islam, che bloccò all'Europa le vie di commercio verso oriente, e le mutate condizioni climatiche che spinsero verso sud ovest le masse “barbariche” provenienti da nord est.

Furono secoli di sbando, di assenza di governo che si ristrutturarono attorno ai Carolingi, al riconoscimento tribale nell'organizzazione feudale e, finalmente dopo l'anno Mille, con la costituzione e lo sviluppo della cultura Monastica, nuova forma di colonizzazione e controllo territoriale sviluppata dalla Chiesa e gradita dall'Impero.

L'Europa attuale, pressata nuovamente dall'Islam a sud e dai “barbari” ad oriente, è a metà strada tra la dissoluzione politica e la riorganizzazione tra tribù/nazione o Città Stato tecnocratiche in una forma economica di impronta tribale, mentre la tecnologia web propone la nascita di ampie comunità virtualmente connesse simili, per intenti ed obiettivi, alle Comunità Monastiche di mille anni orsono.

Nel medio evo, attorno al 1200, nasce il Purgatorio, coerentemente con la nascita dei Mediocres, categoria economica che diverrà borghesia, Mediocres che si inseriscono tra gli Orantes (chierici) e i Bellantes (militari).

Medioevo è il tempo delle inconcludenti Crociate, identiche per motivazioni economiche alla guerra sotterranea contro la Russia e la Cina proposte dall'Occidente aggregato, ed è il tempo che confluirà nel Rinascimento, dove il Denaro (la concentrazione del denaro e il concetto di credito) diviene l'elemento centrale della Storia e del Potere, elementi che ritroviamo oggi nella crescita esponenziale del mondo Arabo e nella nuova geopolitica del business proposta dagli USA.

Il tutto, ovviamente, attraverso la lente distorsiva di una lettura della Storia in ottica Europea: se rileggessimo il passato in chiave sino nipponica scopriremmo mondi diversi in cui i barbari che provenivano da occidente, saccheggiando e violentando, derubando e portando nuove malattie eravamo noi europei.

Si tratta allora di capire, in questo preciso momento storico, se il Nuovo Rinascimento che si delinea altrove potrà coinvolgerci e se sì come: di quali strumenti tecnologici dobbiamo essere forniti per partecipare al nuovo corso storico e attraverso quali forme dell'organizzazione sociale potremo favorire il cambiamento e l'adeguamento.

È possibile – dal mio punto di vista è certo – che le categorie politiche che siamo abituati ad utilizzare (Illuminismo, Idealismo, Materialismo), categorie provenienti dal secolo XIX e coerenti con un cambiamento di paradigma economico simile ma non sovrapponibile all'attuale, non siano più sufficienti.

Il criterium della nuova economia che si basa anche sull'innovazione tecnologica propone una nuova società feudale oppure una società decategorizzata in cui la competenza del singolo può definire l'ascensore sociale individuale?

I casi dei fondatori dei grandi imperi del web sono eclatanti e raccontano di intuizioni individuali all'interno di una società fortemente omogenea, società in cui i confini tra le classi precedenti si assottigliano di giorno in giorno. Tra i nuovi imperatori non vi sono figli di antiche dinastie industriali, dinastie che, piuttosto, vacillano e traballano sotto i colpi dell'innovazione.

Più probabilmente si va costruendo una società composta da Potentes (finanza), Bellantes (Militari) e Mediocres (la quasi totalità della popolazione a cui la tecnologia può consentire una crescita veloce nell'ambiente economico), accompagnati da un esercito umano di riserva, i Servi della Gleba di un tempo, utili per ogni utilizzo pratico.

In questo quadro le Filosofie divengono modelli Economici che riflettono il loro schema sulla struttura sociale, proseguendo e ridefinendo l'analisi economica del materialismo marxiano e inserendo in quello elementi niciani e weberiani che includano come legittime l'aspirazione alla ricchezza e al potere.

Si tratta di un esperimento filosofico e politico che aggrega e unisce il diavolo e l'acqua santa, il socialismo marxiano e il liberismo weberiano, e scardina i criteri delle “classi contrapposte” suggerendo la visione sociale gramsciana di amalgama fluida, di melassa sociale.

In qualche modo in questo modello possiamo vedere l'attuale società cinese, dominata da un pensiero sotterraneo e condiviso confuciano in cui il singolo è, esiste e si afferma in quanto appartenente al corpo sociale, elemento questo di una cultura diffusa a volte sfuggente alle categorie mentali occidentali.

Elemento che si sposa con forme tecnocratiche di potere ove si opera il “necessario” e il necessario non ha colore politico.

Credo allora, per concludere, che le risposte che attualmente offriamo alla crisi complessiva in cui ci dibattiamo si trovino partendo dalla negazione, o comunque da una profonda e necessaria revisione, delle categorie politiche affermatesi nei due secoli precedenti: non è più tempo di contrapposizione tra classi sociali sempre più sfuggenti e indefinite ma di ricerca comune del necessario.

ree

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