NIETZSCHE, L'ENERGIA E IL SALARIO DEI LAVORATORI
- BorZorro
- 29 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Tra le meravigliose, cattive abitudini di Friederich Nietzsche vi era quella di scrivere affermazioni perentorie, aforismi violenti necessari, secondo la sua logica, ad avviare un ragionamento nel lettore. Non somministrava soluzioni filosofiche confezionate ma pretendeva la riflessione in capo ad ogni singolo lettore delle sue opere, e forse è anche per questa ragione che trovo sempre entusiasmante la lettura dei suoi libri.
Tra le diverse provocazioni della filosofia nietzschiana l'idea secondo cui l'Uomo non potendo accettare la vacuità dell'esistenza abbia creato la Morale, le religioni in particolare, pur di concepire un'Etica finalistica, un determinismo dato al proprio esistere.
Così oggi sono gli spunti Etici e Morali che si sovrappongono a scente concrete, facendoci non raramente sbagliare.
L'Energia Rinnovabile è Eticamente corretta così come il Giusto Salario ai Lavoratori è moralmente ineccepibile.
Ma se la combinazione dei due elementi mette fuori gioco un sistema economico nel quadro della competitività globale allora bisogna scegliere.
L'Italia da alcuni lustri si trova in questa situazione: i costi energetici per la produzione industriale sono talmente elevati che per rimanere competitive molte imprese devono contenere i valori salariali. Se poi sommiamo i costi energetici alla pressione fiscale e ai costi della logistica e dei trasporti allora osserviamo che l'unica variabile a rimanere necessariamente sacrificata è quella salariale. Se infine rileviamo che tutti i settori ad alto consumo energetico (siderurgia, automotive, meccanica) hanno cali drammatici di produzione e scarsissimi ordini all'orizzonte ecco allora che se proprio c'è qualcosa che andrebbe ancora ulteriormente ridotto quello è il costo del lavoro.
Ma i lavoratori hanno già perso troppo potere d'acquisto e troppe famiglie stentano a coprire i consumi con le retribuzioni che ottengono dal loro lavoro.
Allora non resterebbe che una scelta ragionevole da fare: riavviare la produzione energetica inquinante ma economica del carbone e magari scendere a patti col Diavolo in persona e importare nuovamente il suo mefitico gas metano: manovre che consentirebbero di riformulare l'equazione produttiva rendendo disponibili alcuni, magari modesti ma assolutamente necessari, incrementi salariali.
Se poi si fosse gente pratica (e gli italiani non lo sono) si darebbero sforbiciate micidiali all'elefante della burocrazia, alla sua lentezza, alla sua prigrizia e alle sue medievali procedure imponendo cicli operativi e produttivi caratteristici dell'efficienza nipponica (o almeno asburgica).
Ma la Realtà e i suoi principi sono sconfitti dalla Morale, e la Morale dominante è quella del Green Deal che nella sua paradossale ideologia pretende di consumare più energia producendone di meno secondo quei criteri di Sostenibilità che altrove, e con ampia dimostrazione, ho posto sotto esame critico.
Speriamo allora che una nuova rilettura degli scritti di Nietzsche apra gli occhi ed illumini le menti di chi assume decisioni rilevanti

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