MAGISTRATURA TEOCRATICA ?
- BorZorro
- 26 gen
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La recente manifestazione dei Magistrati che muniti di coccarda e armati di Costituzione abbandonano l'Aula quando prende la parola il rappresentante del Governo, obbliga ad una riflessione e persino alla Legittima Suspicione.
Nel corso dei mille viaggi aerei compiuti in una vita di lavoro mi capitò una volta di essere accanto a un signore, più giovane di me, che non solo era Magistrato ma che nel tempo libero faceva l'arbitro: in sostanza non sapeva stare senza giudicare gli altri. La sua vita consisteva nel giudicare, e una vita simile non può che presupporre una propria superiorità etica e morale rispetto al volgo.
L'atteggiamento comunemente definito di “spocchia” si rileva frequentemente tra persone di potere, di qualsiasi forma di potere, e in ambito legale affratella tanto gli inquirenti quanto i giudicanti e persino i cugini legulei, questo perché la Legge, il Diritto, non viene considerata come un sistema regolatorio all'interno di una Società civile ma, piuttosto, come un'estensione della Divinità, una Regola delle Regole immanente e permanente, un potere teocratico di cui la Magistratura è unica rappresentante e custode, come se ogni Magistrato fosse un Mosé che riceva direttamente da Dio le tavole della legge..
Si tratta di un'idea di Legge che non tiene conto di quanto le leggi e gli ordinamenti derivino dal sentire comune, dai mutamenti economici e sociali, dall'organizzazione statuale, diplomatica e politica: le diverse normative dell'Occidente, pur all'interno di un comune modello sociale, definiscono le differenze culturali, sociali, economiche, diplomatiche e politiche che si collocano a monte del processo legislativo.
Questo per dire che, ad avviso di chi scrive:
le leggi sono modificabili ed è la Politica che pone mano alle modifiche;
la Magistratura ha il compito di applicare la Legge, non di valutare aprioristicamente la valenza delle disposizioni a seconda di una propria supposta convenienza.
Inoltre: la presunzione secondo cui “le Sentenze si rispettano sempre e comunque” depone a sfavore della correttezza della Magistratura: è una specie di fortino dietro il quale alcuni magistrati si trincerano nella convinzione di poter fare il bello e il cattivo tempo.
Ricordate il Giudice Carnevale, l'ammazzasentenze che trovava cavilli per mandare liberi i mafiosi condannati? Anche le sue sentenze dovevano essere rispettate ?
Se un accusato politicamente orientato a destra trova un giudice orientato a sinistra la sentenza finale sarà davvero equa? (io non ci credo neanche se lo vedo).
Agli inquisiti e agli accusati dovrebbe essere concessa l'applicazione della Legittima Suspicione nei confronti dei magistrati giudicanti, non sempre in grado di affermare equità attraverso le loro sentenze.
Allo stesso modo è necessario affermare che fino a quando la Magistratura non sarà ritenuta responsabile per gli errori giudiziari commessi (e sono migliaia ogni anno) la stessa Magistratura non sarà credibile agli occhi della cittadinanza che da anni ha votato a favore della responsabilità personale del giudice.
E in questo ambito inseriamo anche quella Magistratura Inquirente che fin troppo spesso preferisce accanirsi contro un capro espiatorio che ricercare la verità oggettiva degli accadimenti.
Da quanto scritto discende allora la valutazione in termini di Pagliacciata, di Carnevalata, di Masquerade per quanto all'uscita dall'aula dei Magistrati che rifiutano di ascoltare l'intervento del rappresentante del Governo.
Chi si afferma “democratico” dovrebbe essere il primo ad ascoltare le ragioni dell'avversario: se non lo si vuole neppure ascoltare si afferma la propria “non democraticità” contribuendo così a rendere sempre più squalificate, al limite del risibile, le istituzioni agli occhi del popolo sovrano.

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