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IL PIACERE DELL'ONESTA'

  • Immagine del redattore: BorZorro
    BorZorro
  • 7 gen
  • Tempo di lettura: 1 min

Le dimissioni della dr.ssa Elisabetta Belloni, capo dei servizi di intelligence italiani, anticipate di soli 4 mesi rispetto alla scadenza del mandato, dimostrano che all'interno degli apparati statali esiste ancora qualcosa che si può chiamare “onestà intellettuale” anche se forse nella vicenda pesa anche una certa dose di orgoglio personale.

D'altra parte come dare torto a chi nel corso del suo mandato ha brillantemente risolto questioni delicatissime, dalla spinosissima vicenda dei Marò in India a quella di Alessandra Piperno, anch'essa, come Cecilia Sala, arrestata a Teheran, e che si è ripetutamente trovata in conflitto con un Ministro degli Esteri che da lei, da Elisabetta Belloni, avrebbe solo potuto apprendere qualcosa di utile?

Una persona, Elisabetta Belloni, più volte indicata per assumere il massimo ruolo politico nazionale, quella Presidenza della Repubblica che le venne negata da chi temeva che i troppi segreti, i troppi vizi da lei conosciuti in virtù del suo ruolo istituzionale potessero influenzare il suo operato presidenziale, magari auspicando una riflessione sulle opportunità di agire politicamente da parte di soggetti non propriamente inclini all'onestà.

O forse di lei si temeva l'immenso potere che la direzione degli apparati di intelligence nazionale conferisce a chi ne è a capo, potere che travalica grandemente quello di alcune patetiche figure di maggiordomi divenuti personaggi politici per compiacenza altrui.

Probabile, possibile (anzi certo) il fatto che ora il Governo cercherà un successore più malleabile, più disponibile, persino più prono ad inconfessabili interessi politici (pratici ed economici) che non coincidono neppur lontanamente con il mandato ricevuto dalla platea elettiva.

Ma quello del distacco dal mandato ricevuto è tema che affrontiamo in un altro blog di TerzaVia.



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