IL PARADOSSO TOTALITARIO
- Gilberto

- 13 nov
- Tempo di lettura: 2 min
L'Europa, quel continente che si vanta di avere inventato la democrazia, inventò però numerosi altri “ismi”, colonialismo e imperialismo, fascismo, nazismo e comunismo, giungendo quindi alla democrazia dopo che i primi l'avevano arricchita e gli ultimi devastata.
Sommessamente aggiungo che la democrazia, o qualcosa di simile, arrivò e si impose con le bombe americane, i chewin'gum, i film di Hollywood e la CocaCola, prodotti protestanti e anglicani che invasero corpi cattolici.
Ora l'Europa, cedute industrie e know-how, si scopre nullità priva com'è di risorse e giacimenti, si finge preda e invoca l'armamento per affrontare il perenne nemico, quello con cui Albione e Teutonia si scontrano da secoli, l'Orso cirillico.
Ora l'Europa, che si vuole culla di diritto e democrazia, scopre il dissenso e costruisce un totalitarismo sintetico, scevro dalla colorazione politica, un neo-totalitarismo algoritmico che blocca il dissenso sul nascere, intercetta le parole sospette, ammutolisce il profilo del dissenziente.
Non importa quale sia il governo in carica, se si voglia di destra o di sinistra: l'algoritmo è patriottico e indifferente alla sintassi politica.
L'algoritmo è un livellatore di consapevolezza.
Ora l'Europa, dopo aver benedetto la libera circolazione di idee, cose e persone, si ripensa belligerante, esplora atteggiamenti e comportamenti e ai resistenti, a quelli che persistono nella ricerca di libera espressione, blocca i conti bancari divenuti nel tempo virtuali, controllabili e controllati, accessibili al potere e vietati ai resistenti.
L'Europa non è a rischio di rigurgiti fascisti, ma è già ora un totalitarismo imperfetto e sorridente, che predica male e agisce peggio, che aspira alla conquista militare delle risorse invece che acquistarle, che vuole il conflitto in luogo del commercio.
Per noi che nell'Europa avevamo confidato è massima delusione, insulto spirituale, devastazione concettuale.





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