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HAMAS

  • Immagine del redattore: Gilberto
    Gilberto
  • 6 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 8 set

Tra le poche cose che ho appreso dall'analisi delle vicende politiche è domandarmi sempre “chi paga” le manifestazioni, in particolar modo quelle grandi manifestazioni che coinvolgono decine di associazioni e migliaia di persone.

Una volta compreso chi paga se ne capisce il senso, quasi sempre nascosto.

Si dà ora il fatto che pacifisti di varia natura e ambientalisti alla Greta, ormai consapevoli del fatto che le Ere Glaciali si sono alternate nel tempo a periodi temperati in perfetta assenza umana e antropica, si trasformano in Crociati avviandosi a sfamare il popolo palestinese assediato dall'oppressore israelita.

Peccato che l'ONU (l'ONU!) affermi che gli aiuti alimentari una volta varcati i confini palestinesi vengano fatti sparire, nella misura non simbolica dell'85%, da Hamas, ovvero dall'organizzazione votata a maggioranza (44%) dai palestinesi stessi per fare ciò che lo statuto di Hamas afferma: eliminare israeliti, israeliani e lo Stato di Israele dal territorio del Medio Oriente.

I nuovi Crociati, quindi, fingono di ignorare il dato dell'ONU affermando a gran voce che è l'Ebreo ad affamare, ed issando vessilli propal attraversano il Mediterraneo su rombanti motori a gasolio (che inquinano, certo, ma per una buona causa).

Nella quantità vi sono certamente volontari armati di grande cuore, coraggio e impegno.

Ma vale la pena domandarsi quanto tempo e quanti denari e quale livello di organizzazione ci vuole per mettere in campo la Flottiglia ?

Chi dispone di quelle risorse e perchè le impiega ?

Che risultati vuole ottenere ?

Così si scopre che se per caso la Flottiglia fosse intercettata violentemente dalla Marina Israeliana, il governo e lo stato e l'intero popolo israeliano sarebbero esposti alla gogna planetaria, il che significa che chi organizza il tutto “si augura” l'incidente perché più l'incidente sarà grave e più si potrà accusare Israele di ogni peccato possibile. (Allo stesso modo in cui si inscenano fotografie di bimbi urlanti e affamati in attesa di una mestolata di zuppa accusando Israele di nefandezze mentre si imboscano le risorse alimentari rese disponibili dalle Nazioni Unite.)

Ogni guerra, si intende, è una porcheria e la prima arma che si utilizza è quella della propaganda, della manipolazione dell'informazione.

Ma porsi le domande è fondamentale altrimenti si è sempre preda dei disegni e degli obiettivi altrui. Lo Statuto di Hamas vuole la scomparsa di Israele e degli Israeliani, per questo ha avviato una guerra massacrando inermi civili il 7 ottobre ben sapendo che il governo di Israele non avrebbe potuto non reagire. Ora Hamas, sostenuta finanziariamente e economicamente da Qatar e Iran, si fa forte dell'opinione pubblica occidentale (sensibile, amorevole, delicata) e punta al riconoscimento dello Stato palestinese, alla vittoria “politica” nei confronti di Israele ottenuta attraverso la perdita di reputazione e di prestigio del nemico.

Quella di Hamas è una guerra (santa) che prevede il sacrificio della popolazione per ottenere il risultato politico atteso.

La Crociata a gasolio della flottiglia, malgrado le ottime intenzioni di alcuni, fa il gioco di Hamas.

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