GIUSEPPE E I SUOI FARDELLI
- BorZorro
- 7 gen
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Una serie di errori politici mette in discussione la gestione del Movimento 5 Stelle da parte di Giuseppe Conte.
Si sa, le professioni legali consentono sia di assumere le difese di soggetti indifendibili sia, a parti inverse, di manovrare le informazioni per accusare persone innocenti: tanto gli avvocati quanto i procuratori sono soggetti in cui spesso prevalgono interessi diversi da quelli che il Popolo individua nel concetto di Giustizia.
L'Avvocato Conte, il professore di diritto Giuseppe Conte, ha fin qui gestito la conduzione politica del Mov5S nel medesimo modello mentale: datemi un soggetto da gestire e lo gestirò asetticamente, in coerenza con alcuni obiettivi non dichiarati.
Così il Mov5S è stato alleato programmatico con la Lega di Salvini e col PD, con il Banchiere dei Banchieri Draghi e con quell'alleanza Verdi e Sinistra che ha portato ai seggi parlamentari prima Sumaoro, quello con gli stivali che non si accorgeva dell'improvviso arricchimento di moglie e suocera, poi della signora Salis, che pare andasse in giro per l'Europa a menare gli avversari e ad occupare abusivamente case.
Nel mezzo abbiamo visto banchi a rotelle, redditi di cittadinanza e superbonus edilizi che, si dice, abbiano minato le basi dell'economia nazionale.
Ma non basta: possibile non sapere che il delinquente Carminati, quello che diceva che si fanno più soldi con i migranti che con il narcotraffico, aveva ragione?
Possibile, per un Movimento nato con fame di Giustizia, non sapere come funziona il “giro del fumo” dei contributi all'immigrazione, caritatevolmente gestiti dal mondo cooperativo e da parte del terzo settore a chiara matrice cattocom ?
Possibile non ricordare neppure le eco di “parlateci di Bibbiano” a immaginare un'alleanza con chi ha gestito gli affari bibbianesi e il traffico contributivo a favore delle associazioni caritatevoli che provvedevano alla “gestione” dei migranti?
Poche settimane fa scrissi un articolo in cui affermavo che in Emilia Romagna la nomina del generale Figliuolo alla distribuzione delle risorse post alluvione aveva interrotto il tradizionale “giro di rapporti” tra Istituzioni (Regione, Province, Comuni) e Imprese locali, e i relativi flussi di denaro: un sistema improntato al Cooperativismo, gestito per decenni “ad excludendum” chi non faceva parte del sistema.
Possibile che il Presidente di un Movimento teso alla legalità non abbia mai immaginato che parte degli alleati che si era scelto (PD, AVS) vivessero grazie a fantasiose manovre finanziarie e gestioni prezzolate di generose contribuzioni statali?
Alla fine la “base” si è espressa: Progressisti sì, ma non “di sinistra”.
Il Movimento è nato su altre basi, con altri obiettivi: le mangiatoie pubbliche non devono farne parte.

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