GIUDITTA DOVE SEI ?
- BorZorro
- 20 giu
- Tempo di lettura: 2 min
(lettera aperta al femminismo scomparso)
Mi sono preso la briga di riprodurre la scena biblica di Giuditta e Oloferne, quella immortalata da Artemisia Odescalchi e dal Caravaggio, in cui Giuditta mozza la testa al feroce Oloferne, reo di essere nemico del popolo di Israele.
Da tempo immemore, e sotto tutte le latitudini, vi sono quindi violenze cattive ( quelle operate dai nemici ) e violenze buone (identiche nella sostanza ma praticate da chi ci salva dai nemici) e visti i tempi che viviamo conviene ricordarsi del doppio binario con cui valutiamo la violenza.
I tempi che attraversiamo, appunto, sono violenti: mai come ora – sembrerebbe – si registrano aggressioni e violenze al mondo femminile, segno inequivocabile del profondo disagio vissuto da una platea maschile che non regge l'abbandono e non recepisce il rifiuto.
Uomini abbandonati aggrediscono chi li ha lasciati, uomini soli reclamano corpi su cui sfogare la propria disperazione, uomini che vorrebbero il potere lo cercano disperatamente sul corpo femminile.
E attorno al dramma si levano, giustamente, lai e lamentazioni, si inaspriscono pene, si sviluppano rossi percorsi giuridici preferenziali, il tutto con risultati apparentemente inesistenti.
Si scende in piazza, si agitano chiavi, si lanciano palloncini, si consumano candele, ma non si produce alcun risultato concreto.
Allora, forse, si dovrebbe affermare che la violenza esercitata da chi viene aggredito è legittima.
Forse si dovrebbero autorizzare le persone sole che attraversano il rischio a girare armate quanto meno di qualcosa di concretamente contundente.
Forse si dovrebbe insegnare fin dalle medie la difesa personale.
Forse, infine e soprattutto, la legge attuale finisce (involontariamente?) per agevolare il compito dei violenti (stupratori sì ma anche ladri d'appartamento e rapinatori di tabaccherie e benzinai) imputando alla vittima reagente il delitto e la colpa di avere reagito, magari causando (non sia mai !) danni all'aggressore.
Caro Femminismo, anime belle delle associazioni femminili: proponete voi una norma che depenalizzi la violenza difensiva.
Fate di ogni donna una Giuditta e forse alcuni maschi, se non altro per timore, si ravvederanno.

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