GIORGIA LADY DI FERRO ?
- BorZorro
- 5 gen
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Aggiornamento: 7 gen
Alcuni commentatori hanno paragonato la Premier Giorgia Meloni alla figura politica di Angela Merkel, in virtù – credo – di una diversa visione della funzione dell'UE e delle relazioni interne alla stessa rispetto all'attuale modello “popolare” targato Ursula.
Da quanto posso osservare, però, mi sembra che se proprio si deve individuare un “modello politico” a cui si riferisce l'azione della Meloni quasto sia, piuttosto, quello di Margaret Thatcher, la Lady di Ferro che negli anni '80 avviò fenomenali, e feroci, processi di “liberalizzazione” nel Regno Unito.
Thatcher liberalizzò energia, ferrovie, sanità in un vorticoso processo di reingenerizzazione sociale ed economica che in primis tramortì le classi meno abbienti, disegnò un welfare minimalista con l'intenzione, mai negata, di trasferire alla dinamicità delle imprese le risorse fino ad allora destinate alla pubblica amministrazione: un processo molto simile a quello che viene chiamato a scolgere Elon Musk verso la Pubblica Amministrazione statunitense, un processo al quale guardano con estremo interesse tutti i partiti di maggioranza alleati della Premier.
Quello dello snellimento e dell'efficientamento della Pubblica Amministrazione è certamente un obiettivo fondamentale se si vuole provare a ridurre la massa immanente del debito pubblico e, soprattutto, se si desidera rendere produttivo ed efficiente il cosiddetto “sistema Paese”.
Ma è altrettanto palese il fatto che una cura dimagrante come quella caratteristica dei neoliberisti porterebbe ad un aggravio di sofferenze nella vasta, e crescente, comunità dei nuovi poveri, comunità che ha ampiamente superato il 15% della popolazione, incrementando il divario persistente tra sud e nord del Paese.
Il Sistema Paese ha bisogno sì di efficienza ed efficacia nella PA, ma ha assoluto bisogno di una Scuola che funzioni (da rinnovare ampiamente) rendendo competenti e competitivi i suoi allievi, ha bisogno di Trasporti che funzionino bene, ha bisogno di una Sanità Pubblica che possa sì avvalersi della collaborazione dei privati ma senza mai cedere il bastone del comando, e ha bisogno di Progetti Industriali ed Energetici, politiche che non sembrano essere prioritarie, così come non pare in vetta agli interessi governativi un programma di Messa in sicurezza e di Bonifica del Territorio, soggetto a crisi idrogeologiche prepotenti e ad inquinamenti compulsivi.
Una “cura da cavallo” in salsa neoliberista e post-Thatcheriana che includa sostanziali modifiche nell'assetto costituzionale e normativo potrebbe definire un progetto di rinascita nazionale, e credo che nelle brevi ore dell'incontro riservato svoltosi a Casa Trump tra la nostra Premier e il futuro Presidente Statunitense questa dinamica sia stata accarezzata.
Rimane da capire se e come il Governo,in tempi di risorse scarse e calanti, avvierà provvedimenti di sostegno ai meno abbienti.
Margaret Thatcher affermava che “chi usa i mezzi pubblici non è un nostro elettore” e con questo sorvolava gli argomenti relativi ai “non elettori” del suo partito.
Margaret Thatcher tenne testa per un anno intero al più lungo sciopero dei minatori mai svolto, facendo strame del relativo sindacato.
Rilanciò, certamente, l'economia britannica ma sottopose la società ad una serie di tensioni indimenicabili, finendo poi con l'essere estromessa persino dal suo stesso partito per aver “tirato troppo la corda”.
Mi auguro sinceramente che la nostra Premier non abbia in mente un progetto similare, anche se le sue amicizie e relazioni statunitensi fanno presagire il peggio.

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