GIORGIA, CODA DI LEONE
- Gilberto

- 15 gen
- Tempo di lettura: 1 min
La scelta, come sempre, è se farsi Testa di Lucertola o Coda di Leone.
Giorgia Meloni ha scelto la seconda, ma saprà contenere il disagio della sua base storica?
La nuova Giorgia Meloni di governo ha rinnegato la sua precedente identità di lotta, che attraverso le sue basi storiche, i vari Poundisti e Ordininuovisti, che guardavano, e tuttora guardano favorevolmente, alla politica espressa da Putin e non esitano ad indicare nell'Eurasia l'obiettivo strategico e politico futuro.
Per puntare all'Eurasia però bisognerebbe essere Testa di Lucertola, governare il sistema complesso delle relazioni politiche, economiche e sociali che si scatenano al di qua degli Urali e all'interno del bacino Mediterraneo: in sostanza bisognerebbe essere più un Varano che una Lucertola.
Giorgia ha scelto l'opposto. Si è fatta coda dell'Imperatore americano, cinquantunesimo Stato non riconosciuto, portavoce delle volontà imperiali all'interno del proprio continente geopolitico dove ben poco di unitario caratterizza l'Unione e il dissesto imperversa sulle ali di una pesante deindustrializzazione.
Ed è allora, forse, in questa logica che va interpretato il posizionamento strategico meloniano: se l'UE tracolla nella prevedibile agonia di Germania e Francia (agonie diversissime nelle cause ma simile nelle modalità), definire l'Italietta come argine politico alla nuova caduta dell'ex Impero Romano e “hub” degli interessi statunitensi nel territorio vasto che include Europa e Mediterraneo potrebbe, ma è necessario utilizzare il condizionale, risultare un azzardo se non vincente almeno ragionevole.
Roba da Real Politik, si intende, con relativi grossi rospi da inghiottire.
E pazienza per chi rimane appeso agli ideali.





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