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GAUCHE "FUNERAL CHIC"

  • Immagine del redattore: BorZorro
    BorZorro
  • 21 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

La professoressa, ospite televisiva esclama con espressione terrea: “La Sinistra è morta a Kiev!”. Di cosa parla, professoressa? Quale sinistra?


Al tavolo siedono un Magnifico Rettore, una Docente Ordinario d'Università e un ex Direttore di Grandi Giornali: tutte persone ideali per rappresentare il mondo proletario e sottopagato che Marx chiamava a raccolta sotto le bandiere della sinistra politica.

L'argomento è cogente: dove ha sbagliato la sinistra pacifista che non ha saputo affermare la pace in Ucraina lasciando il posto a quel bisonte americano di Trump?

Dove le mille correnti di pensiero che da sempre definiscono il mondo gauchiste si sono sfarinate affermando esclusivamente la propria inconcludenza e le rispettive contraddizioni?

Così, a un tratto, la Professoressa, faro luminoso dell'intelligentia di sinistra che anima i cortei dei pensionati con la minima e dei cassintegrati senza speranza, afferma che la Sinistra è morta a Kiev.

Momenti di gelo attorno al tavolo e sotto i riflettori bollenti.

Cara Prof, viene voglia di dire, la sinistra è morta quando la Splendida Idea è diventata un tremendo presente nel pianeta sovietico.

La Sinistra è morta quando lo spilungone esternava “Abbiamo una Banca!”.

La Sinistra è morta quando si sono confuse le sfilate di Dolce&Gabbana con i tornelli di ingresso delle fabbriche.

La Sinistra è morta quando è crollato il Muro.

La Sinistra è morta con Renzi e il suo Jobs Act.

La Sinistra è morta con le relazioni pericolose avviate dal mondo cooperativo con la finanza e le grandi istituzioni bancarie.

La Sinistra è morta da quando Gad Lerner, con Profondo Nord, segnalava la migrazione dei consensi operai.

La Sinistra è morta con le delocalizzazioni industriali, con la perdita di potere d'acquisto dei salari, con l'introduzione di un Euro dal cambio sbagliato, con l'immigrazione irregolare che offre manodopera a prezzi stracciati, con la precarizzazione del lavoro e delle prospettive di vita.

Altro che Kiev.

A Kiev si è constatata l'insipienza, l'incompetenza, l'assenza di real-politik di quella che ancora e chissà perché pretende di chiamarsi Sinistra.

Ritengo però, cara Professoressa, che il disagio dei meno abbienti non riesca a giungere lassù, ai piani alti delle non indifferenti retribuzioni dei vostri incarichi, delle relazioni pivilegiate con il potere che la Grande Stampa frequenta, dei circoli referenziali che aprono le porte ai talk-show.

Insomma, che qualcosa Le sia sfuggito è comprensibile data la siderale distanza che tra di noi si frappone.

Quaggiù, invece, la Morte della Sinistra, e di gran parte della Speranza, è stata annunciata decenni fa.




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