ESAME DI COSCIENZA
- BorZorro
- 18 feb
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I dati emergono dal vice presidente, italiano, della SberBank, seconda banca russa, intervistato dall'emittente La7: il PIL russo cresce del 4% e il tasso di disoccupazione è al 3%.
In Italia siamo in una fase di stagnazione abbiamo il più tasso di laureati in Europa. Forse prima di criticare gli altri dovremmo farci un esamino di coscienza.
La trasmissione è “L'aria che tira” su La7. Il sorridente faccione del vice presidente della Sber Bank, architetto Cirillo, racconta di una Russia dall'economia effervescente, con un PIL che cresce del 4% all'anno e un tasso di disoccupazione attorno al 3%.
Racconta anche di avere “la coda fuori dalla porta” di imprenditori italiani che desiderano operare in Russia, come se tutta la narrazione che da anni ci sentiamo raccontare non avesse minimamente inciso sulla percezione dell'opinione pubblica.
Un vero smacco per il MainStream e la sua architettura comunicazionale.
Cambio canale, sono su Rai 3 e la trasmissione è “Quante Parole” condotta dall'ineccepibile Zanchin. Si parla di Università, di abbandono universitario, di una percentuale di laureati pari al 26% tra i giovani sotto i 35 anni, assai scarsa rispetto al 41% della media europea.
Si afferma, finalmente, il drammatico esito dell'antica riforma Berlinguer, quella che introdusse il sistema 3+2 (Laurea breve più eventuale master) che non solo non ha prodotto un minor abbandono universitario ma ha consentito il proliferare di facotà tarocche online e prodotto, in generale, un livello di impreparazione universitaria preoccupante.
Dell'argomento parlavo nel 2005 intervistato dalla rivista Campus affermando (allora insegnavo all'Università di Torino) che le Università ponevano troppa attenzione a faciitare l'incompetenza acquisitca nella triennale, insufficiente a qualificare il laureato per un'attività lavorativa, pur di vendere poi agli studenti neolaureati costosi Master specialistici: si era passati dall'attenzione alla qualità del percorso accademico all'attenzione sul ciclo di vita economico degli studenti.
L'intervista mi costò la durissima ostilità di non pochi baroni, e mi fa piacere che oggi, a distanza di 20 anni (venti anni!) da allora finalmente anche qualche altra voce si sintonizzi sull'argomento di importanza nazionale.
Spesso sentiamo criticare l'attuale classe dirigente, politica o meno, ma l'attuale classe dirigente è proprio la generazione che si è avvalsa di percorsi formativi facilitati, di un'istruzione che non prevedeva la capacità di analisi critica, di scuole che non allenavano la mente con traduzioni da lingue morte o poemi mandati a memoria: un'istruzione che sin dai tempi della precedente riforma di Tullio de Mauro aveva sacrificato lo studio di Storia e Geografia a favore di una non meglio precisata tecnologia.
A questo Paese serve un serio, profondo esame di coscienza se vuole uscire dal torpore , dall'atarassia, dallo stato Oblomoviano in cui si trova. Con il rischio che sia la stessa condizione oblomoviana a negare la possibilità di esaminare la propria coscienza.

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