A GIORGIA CONVIENE LA CRISI
- BorZorro
- 29 gen
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A GIORGIA CONVIENE LA CRISI
L'attacco, vero o presunto, della magistratura al governo supera i limiti imposti dall'etichetta istituzionale offrendo a Giorgia Meloni il pretesto per avviare una crisi di governo e nuove elezioni che la confermino in termini plebiscitari.
Non so dire se l'apertura dell'inchiesta che ha per indagati Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano sia “una pura formalità” nel senso attribuito da Leonardo Sciascia alle ossessioni di alcuni esponenti del potere, ma posso certamente affermare che il risultato ottenuto dall'avvio della procedura ha portato il livello dello scontro tra Destra Politica e Magistratura più o meno sinistrorsa ben al di là dei consueti minuetti e delle parole d'ordine definite dal rispetto dei rispettivi poteri e funzioni.
In questa situazione non basteranno gli “auspici” che di norma perora il Presidente della Repubblica, che è anche presidente del CSM oltre che arbiter delle vicende politiche.
Dal minuetto al rock
Lo scenario europeo vede crescere i consensi elettorali a favore di una polarizzazione degli estremi: la politica, in un mondo interconnesso e dalle problematiche sempre più invasive, necessita di risposte immediate: deve passare dal minuetto al rock, offrire risposte certe, rapide e se possibile persino anticipatorie rispetto all'emergere delle problematiche.
Molte delle scelte compiute dalla Politica sono definite dalla Ragione di Stato e non possono essere soggette all'ordinarietà dell'atto giudiziario: bisognerà che anche certa Magistratura ne prenda atto.
La magistratura deve seguire lo stesso percorso: sono onammissibili e inaccettabili i tempi delle attuali procedure così come è inammissibile e inaccettabile che i magistrati non siano dichiarati civilmente, penalmente ed economicamente responsabili dei propri errori personali di valutazione e di giudizio.
La lentezza, della politica e della magistratura, rendono il Sistema Paese debole e non competitivo.
Crisi guidata
Attestata attorno al 30% dei consensi elettorali secondo i più affermati sondaggisti, personalmente più forte e apprezzata dall'opinione pubblica rispetto al proprio governo, Giorgia Meloni ha la possibilità di ribaltare il tavolo, avviare una crisi di governo, andare a nuove elezioni acquisendo una nuova e più ampia maggioranza che le consenta di portare a termine le Riforme istituzionali di cui questo benedetto Paese ha infinito bisogno: riforma dell'assetto istituzionale (premierato), amministrativo (autonomia differenziata) e giudiziario (non solo la separazione delle carriere ma una riforma sistemica delle procedure correnti).
Sfruttando al meglio lo iato che si è diffuso tra elettorato e magistratura, istituzione che mai come oggi è sfiduciata nei sondaggi e viene indicata come poco credibile dalla popolazione, Giorgia Meloni ha la possibilità concreta di cavalcare l'onda della pretesa lesa maestà, di quella forma di vittimismo e complottismo che sostiene il consenso popolare nei suoi confronti, e portare a casa un risultato plebiscitario difficilmente ripetibile in condizioni mutate.
Il timing delle scelte politiche di Giorgia Meloni, oggi più che mai, sarà fondamentale

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