A LETTO COL NEMICO
- Gilberto

- 21 lug
- Tempo di lettura: 1 min
La politica isolazionista e protezionista avviata dalla presidenza Trump negli USA trasforma lo storico alleato nel più letale dei nemici.
In principio fu Biden ad acconsentire che l'energia russa venisse disconnessa dall'Europa facendo esplodere il north-stream e obbligandoci, così, alla frenetica ricerca di soluzioni alternative.
Poi venne Trump, a proporre (o imporre) l'acquisto di GNL al prezzo cinque volte superiore rispetto al metano russo.
Ma a Trump non bastò. Poco dopo ipotizzò un lento abbandono delle prestazioni difensive statunitensi a favore dell'Europa, affermò l'esigenza di incrementare i costi per armamenti fino al 5% del PIL obbligando, non nascostamente, ad acquistare le armi dall'industria bellica made in USA.
Si accordò con Kiev per prestare nuovi armamenti, addebitandoli comunque alla UE e, per finire, avviò una campagna protezionista basata su dazi commerciali tesi a scoraggiare, quando non a impedire, le importazioni di prodotti stranieri negli USA.
Noi, ma anche Giappone, Sud Corea e Canada, ci troviamo nella più classica situazione del trovarci "a letto con il nemico" e dobbiamo essere molto rapidi nello scegliere se rimanere in quella scomodissima posizione o divorziare, cercando eventualmente altri partner commerciali, pur nella consapevolezza del fatto che nel caso scegliessimo la via del divorzio gli USA non aspetterebbero un attimo nell'affermare ritorsioni di varia natura.
La politica economica posta in essere dall'amministrazione Trump è quella che, da sempre, usano strozzini e tagliagole, mafiosi e delinquenti, ma ciononostante gli alleati storici, a partire dalla UE, non sembrano intenzionati a reagire, paiono passivi davanti all'incaprettamento avviato.





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