VOGLIO VIVERE IN UNO SCENEGGIATO TV
- Gilberto

- 30 mar
- Tempo di lettura: 1 min
Vorrei vivere in un Paese in cui il servizio sanitario è come quello televisivo, dove medici rassicuranti non ti rimpallano da uno sportello all'altro riempiendoti di scartoffie e obbligandoti a code esasperanti ma si occupano di te e ti guariscono.
Vorrei vivere in un Paese in cui commissari di polizia, marescialli dei carabinieri e giudici istruttori sanno fare le indagini e non stebiliscono a priori chi, secondo loro, va accusato per poi assemblare le prove in modo da affermare la propria teoria.
Vorrei vivere in un Paese funzionale, dove l'apparato pubblico è al servizio dei Cittadini e opera per facilitare le soluzioni e gestire rapidamente ed efficacemente le pratiche, evitando quell'arroganza, quel mettere premura, quella spocchia così caratteristiche del pubblico impiego rispetto al comune cittadino.
Vorrei vivere in un Paese in cui l'anziano che affronta problemi ottenga l'aiuto di un Assistente Umano e non debba impazzire con risponditori informatici che non portano a nessuna conclusione o con tastierine microscopiche da digitare quando la vista è offuscata dall'età.
Mi capita di vivere in un Paese in cui ogni esperienza dimostra solo l'esatto contrario dei desideri, rimandando agli sceneggiati televisivi l'idea di un Paese normale e funzionale.
Perché gli sceneggiati, si sa, devono dare l'idea che tutto funzioni, e mettono al centro delle loro vicende proprio gli ambiti maggiormente critici e disfunzionali, sanità e giustizia in primis.





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