CHI REMA CONTRO IL TURISMO?
- gilberto borzini

- 21 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Si profila sempre più dura l'azione di chi vuole contenere e ridurre il Turismo urbano: a capo della rivolta i residenti espulsi dal centro, molti amministratori locali e gli albergatori. Ma l'aspetto più rilevante è il ruolo assunto dalle Piattaforme online che catalizzano milioni di transazioni e hanno modificato la filiera del turismo stravolgendone le prospettive e facendo contemporaneamente strame delle Agenzie di Viaggio.
La rivolta pone al centro delle sue attività lo sviluppo vertiginoso del fenomeno delle locazioni brevi, circa 50mila quelle regolarmente registrate e oltre il doppio quelle che ancora operano nel sommerso. E' guidata sia dai cittadini che sono rimaste vittime del caro affitti e della speculazione che favorisce la locazione breve a quella residenziale e tradizionale, sia dagli albergatori, in particolar modo alle strutture da due o tre stelle, a cui le locazioni brevi sottraggono clientela.
Ma non basta.
Avverse alle forme del Turismo mordi e fuggi sono anche le amministrazioni locali: ogni presenza quotidiana turistica costa, ai Comuni, da 3 a 5 euro necessari per coprire costi di decoro e pulizia, di vigilanza e controllo, di gestione delle aree di parcheggio e della viabilità.
Contrari all'esplosione del turismo di massa e all'OverCrowding che ne deriva dovrebbero essere anche le agenzie di viaggio a cui le piattaforme “click and go” del fai da te turistico hanno definitivamente sottratto un numero impressionante di viaggiatori trasformando i Clienti in “Prosumer” (cliente che organizza autonomamente il proprio acquisto) e i Fornitori (vettori e operatori dell'Ospitalità) in Clienti che per essere presenti nelle piattaforme pagano fior di provvigioni e di oneri pubblicitari.
Mentre il danno collettivo causato dall'Over Crowding è calcolabile in cifre spesso simili ai ricavi derivanti dai consumi effettuati dal medesimo pubblico, ed è danno per la collettività intera, non meno grave, anzi certamente più grave, il danno sociale, culturale, antropologico e abitativo generato dal fenomeno delle locazioni brevi e dall'allontanamento dei residenti abituali.
Un danno tale che dovrebbe allertare il Ministero in-Competente ed avviare immediatamente proposte normative che consentano ai Sindaci di limitare il numero di locazioni brevi disponibili nelle aree maggiormente congestionate e/o di porre limiti di accesso alle località da loro amministrate, magari riservando l'accesso ad aree specifiche esclusivamente ai titolari di prenotazione ricettiva e inserendo ingressi a pagamento nelle aree più gettonate.
Naturalmente dalle parti del Ministero in-Competente si immagina di avere fatto la rivoluzione per il solo inserimento del CIN obbligatorio e oltre, a quanto pare, non ci si spinge.
Cè però un elemento sul quale credo opportuno soffermarsi: come ho scritto poco sopra le piattaforme come Airbnb o Booking o Trivago hanno trasformato i Clienti in “Prosumer” (cliente che organizza autonomamente il proprio acquisto) e i Fornitori (vettori e operatori dell'Ospitalità) in Clienti che per essere presenti nelle piattaforme pagano fior di provvigioni e di oneri pubblicitari ribaltando le prospettive tradizionali. Le Piattaforme, quindi, incassano dalle attività autonomamente poste in essere tanto dai Viaggiatori quanto dai Fornitori di Servizi, che sulle piattaforme “caricano” le proprie disponibilità riconoscendo ghiotte provvigioni sui ricavi ottenuti.
Le Piattaforme, in sostanza, sono straordinari imbuti catalizzatori della domanda che basano la loro notorietà su poderose campagne di comunicazione e pubblicità, oltre che su raffinati sistemi informatici.
Sulle Piattaforme non vi sono servizi aggiuntivi di consulenza, non vi sono suggerimenti derivanti dall'esperienza, ovvero sono assenti quelle complementarietà che dovrebbero favorire il ruolo delle Agenzie di Viaggio, ma la maggior parte dei viaggiatori preferisce le Piattaforme alle ADV.
Cosa manca, o cosa è mancato, alle ADV?
La capacità di fare sistema, di catalizzare l'attenzione (e l'interesse) della domanda attraverso massive campagne di comunicazione e pubblicità divenendo, esse stesse, imbuti concentratori della domanda.








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