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CITTA', COMMERCIO & SOCIETA'

  • Immagine del redattore: gil borz
    gil borz
  • 13 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Come sempre è l'economia a disegnare la struttura sociale e oggi a rivoluzionare la struttura urbanistica.


Provo a fare il punto rispondendo a qualche commento relativo ad un articolo in cui osservavo la futura prevalenza di ChatGPT nella struttura degli scambi commerciali nell'economia di base.

Parto da un'osservazione comune: i centri urbani delle piccole città e molti rioni delle grandi si vanno svuotando degli esercizi commerciali tradizionali. I primi a passare la mano furono gli alimentari, poi le cessazioni sono cresciute coinvolgendo persino emblemi di intangibilità come i bar.

Della prima morìa si incolparono i supermercati e i primi centri commerciali, della morìa più recente si attribuisce la responsabilità alla rete internet e agli acquisti online.

C'è sicuramente un po' di verità in quelle attribuzioni di responsabilità a cui però si accompagna una difficoltà di lettura e di interpretazione del cambiamento da parte dei più, un cambiamento della struttura economica, dei ruoli operativi dei singoli all'interno dell'economia e delle conseguenti ripercussioni sociali.

La liquidazione di gran parte delle “tute blu” con il processo di deindustrializzazione ridisegna il panorama urbano: nella sola città di Torino sono oltre 400mila i residenti scomparsi nell'ultimo decennio. In altre città la riduzione dei “colletti bianchi” sostituiti nelle funzioni operative (ad esempio bancari o assicuratori) da sistemi intelligenti o dalla più recente intelligenza artificiale, ha modificato i criteri della residenzialità e con quella l'intera geografia urbana.

Immaginare allora la “città di domani”, all'interno di un orizzonte limitato ai dieci o venti anni, è esercizio che deve fare i conti con l'ingresso di nuove tecnologie che consentono una sempre maggiore distanza tra l'acquirente e l'intermediario, il rivenditore o il distributore che sia, e non possiamo in questo non ricordare come Bill Gates affermasse che l'obiettivo prioritario della nuova tecnologia era “abolire le intermediazioni”.

Abolire le intermediazioni significa, progressivamente, ridurre le marginalità operative disponibili premiando di conseguenza le movimentazioni di numeri giganteschi e penalizzando la piccola distribuzione che non può reggere con margini risicati.

Passo successivo, a cui stiamo assistendo oggi, è la “cessione della scelta” dall'acquirente al sistema (ChatGPT e successivi sviluppi).

Fino ad oggi, banalizzo, siamo stati noi a decidere le spese correnti e ripetitive.

Si va oggi affermando una cessione della scelta ai sistemi: il frigorifero “domotico e intelligente” segnala la scarsità di un certo prodotto e il distributore abituale, quello che ci ha fidelizzato con l'App e la Carta fedeltà, che conosce i nostri acquisti e gli scontrini medi, riceve la segnalazione comunicandoci la possibilità di acquisto con un semplice “sì” in risposta alla domanda “vuoi procedere con l'acquisto?”.

Ma andiamo oltre.

Nuovi visori portatili, presto disponibili con le lenti degli occhiali quotidiani, consentono di selezionare e acquistare online con – letteralmente – un battito di ciglia.

Alcuni si rivolgono a ChatGPT domandando idee per un regalo, per una vacanza, per un viaggio: il punto di non ritorno è la delega al sistema di operare l'acquisto per nostro conto informandoci a fatto compiuto.

Davanti a questi mutamenti è inevitabile un cambiamento sostanziale nella struttura delle città: luoghi di semi permanenza circondati da Parchi Commerciali di notevole dimensione ma, soprattutto, costantemente attraversati da mezzi (elettrici) destinati alle consegne di acquisti operati online.

La dimensione dell'acquisto nei Parchi Commerciali assume il senso del passatempo, dell'azione ludica mentre l'acquisto oordinario viene delegato al “sistema” sottraendo alle città la fascinazione e l'utilità dei negozi di vicinato.

Fantascienza? Non proprio. Quanto basta per sapere che abbiamo un problema: quello di ridisegnare le città per fare fronte alle nuove funzioni economiche.

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Web & Social Management a cura di Gilberto Borzini

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