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UN FUTURO DISTOPICO PARTENDO DALL'AUTOMOTIVE?

  • Immagine del redattore: BorZorro
    BorZorro
  • 10 gen
  • Tempo di lettura: 1 min

Più o meno una ventina di anni fa, prendendo spunto dall'evoluzione della telefonia, scrivevo che :

A) nel prossimo futuro le auto sarebbero costate pochissimo ma il carburante moltissimo e

B) che ogni marca avrebbe avuto il suo proprio "adattatore" di alimentazione avviando un processo di integrazione verticale in tutta la filiera dell'automotive.

Ovviamente qualcuno mi additò a bischero ma credo proprio fossi nel giusto.

Come i telefoni cellulari all'inizio costavano moltissimo e così pure i costi dei servizi di telefonia, poi la curva dei prezzi dei "prodotti" discese bruscamente, mantenendosi elevata quella dei servizi di utilizzo, per giungere all'oggi con una diversificazione prestazionale dei prodotti e delle relative fasce di prezzo e condizioni di servizio ragionevolmente abbordabili dall'utenza.

Le dinamiche, in economia, sono ripetitive e questo facilita non poco la valutazione predittiva di alcuni fenomeni.

Ciò che è recentemente accaduto in Svezia (vedi il link) è emblematico in un sistema che punta direttamente verso l'integrazione verticale dei processi di produzione/distribuzione e accesso ai servizi in capo ai nuovi Gruppi che si vanno formando nel settore dell'Automotive.

Ma attenzione: la "cupola" finanziaria che sta ancora a monte dei produttori accentuerà ulteriormente la "personalizzazione" offrendo servizi esclusivi (bancari, assicurativi, telefonici o di intrattenimento) solo a quei Clienti che faranno parte del loro "circuito" inevitabilmente integrato (Finanza, credito, produttori, distributori, clienti finali).

E questo è solo uno dei risultati del "Liberismo" che scambiamo per libertà.



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