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L'EVITABILE E L'INEVITABILE

  • Immagine del redattore: gilberto borzini
    gilberto borzini
  • 14 set
  • Tempo di lettura: 4 min

Come affrontare le prossime crisi finanziarie evitando un bagno di sangue nel comparto.


Negli anni '90 l'Argentina veniva presentata come la grande rivelazione dell'America latina, ma la sua crescita poggiava su cumuli di debiti che sorreggevano consumi insostenibili. E fu default.

Nel '97 fu la volta delle Tigri dell'Est, Tailandia in testa, e fu crack.

Poi venne la crisi finanziaria russa, transitando da quella messicana.

Poi le Torri Gemelle e infine la crisi dei Mutui Subprime, che divenne crisi sistemica perdurante da cui l'Occidente intero non si è ancora completamente ristabilito, dati i livelli di spesa affrontati dagli Stati per sostenere il tessuto bancario, solo negli USA oltre 800 miliardi di dollari.

La finanza occidentale è tremula: predispone “bolle” che inevitabilmente esplodono seminando disastri e siccome le banche vivono sviluppando strumenti finanziari utili per sfruttare i poveri, ogni volta che una bolla esplode le banche vengono salvate dall'intervento pubblico (alla faccia del libero mercato che si autoregola!) mentre i poveri vanno a fondo.

Non perdiamo d'occhio, poi, i finanziamenti concessi dall'Unione Europea per i PNRR (che sono crediti esigibili e prima o poi dovremo restituire) e i nuovi finanziamenti per il riarmo europeo che, altrettanto, non solno regali ma prestiti soggetti ad interesse: cumuli di debiti per sostenere consumi insostenibili, come ho scritto relativamente all'Argentina del 97.

Oltre alle crisi finanziarie incontriamo quelle sanitarie, come fu il Covid e si sussurra sarà “Saturn”, piuttosto che le tensioni belliche dei giorni attuali: un sistema articolato di situazioni dirompenti che si riflettono sui comportamenti di acquisto dei consumatori e, in generale, sull'andamento delle economie territoriali.

Come qualcuno forse sa sono stato docente di marketing presso la facoltà di economia dell'università di Torino e membro del CDA del Consorzio Universitario di Economia Aziendale, il che potrebbe apparire curioso visto che la mia formazione universitaria si è svolta nella facoltà di Filosofia. Marketing e filosofia, in realtà, vanno molto d'accordo: si tratta, in entrambi i casi, di individuare e definire un metodo e una metodologia di analisi e di operatività affrontando le dinamiche partendo dal vasto scenario per entrare nel contesto e scendere al gradino ulteriore del particolare specifico: questo modello consente di affrontare ciò che può apparire inevitabile, come una vasta crisi sistemico-finanziaria, trasformandolo in evitabile almeno nell'ambito della microeconomia.


Le Crisi in corso

Gli economisti, si sa, sanno spiegare perfettamente perché si sono verificate delle crisi, ma lo fanno a posteriori: difficilmente sanno indicare l'arrivo di una crisi, un po' come accade ai sismologi per i terrremoti. Sappiamo che i segnali di una prossima crisi sono evidenti: produzione industriale ai minimi, tensioni inflattive, crisi di approvvigionamento energetico, smarrimenti politici e democrature possibili, dedollarizzazione avviata dai BRICS, forti pressioni dalle criptovalute, delocalizzazioni industriali e licenziamenti causati dall'ingresso dell'IA nel settore dei servizi, compressione del credito ai privati, esplosione del debito pubblico statale, incremento speculare delle grandi ricchezze e delle feroci povertà.

Questo per quanto riguarda lo scenario.

Nel contesto abbiamo invece una possibile bolla immobiliare pronta ad esplodere nel mercato milanese (l'incremento dei prezzi del mattone a Milano è squisitamente speculativo ma non basato su effettive attrattività locali e potrebbe sgonfiarsi subito dopo le Olimpiadi del 2026) e una seconda crisi immobiliare che esploderà nel momento in cui le normative UE relative al contenimento energetico diverranno esecutive, facendo crollare verticalmente il valore della maggioranza delle proprietà immobiliari italiane.

Al confronto la crisi dell'automotive è una passeggiata di salute in campagna.


Come reagirà il Mercato

In questi contesto i mercati di consumo si restringeranno oltre ogni immaginazione, e solamente il mercato del Lusso sarà garantito, anche se spalmato su diverse alternative geografiche.

Giustamente il settore alberghiero si sta organizzando orientandosi alle soluzioni da 4 stelle in su e favorendo località come Roma e Milano in cui shopping e entertainment sono (o possono essere) di livello internazionale.

Cosa accadrà ai mercati di livello inferiore?

Resterà attiva la nicchia dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni (Stato e Parastato) per quanto anche quella appesantita da minor potere d'acquisto e rilevanti spese per i possessori di case, oltre ai timori derivanti da una possibile revisione dell'organizzazione della burocrazia e una pesante Spending Review ormai improcrastinabile.

Considerata la debolezza delle Organizzazioni Sindacali in materia di negoziazione della sicurezza dei posti di lavoro potrebbe accadere di tutto.

L'orientamento, in un mare di insicurezza sociale, economica e politica sarà a favore di strutture sicure, villaggi turistici e crociere. Short breaks ripetuti sostituiranno le vacanze settimanali.

La tendenza al risparmio favorirà ulteriormente le locazioni brevi chiudendo definitivamente le opportunità per strutture alberghiere di categoria medio bassa (sempre che i Comuni che legiferano in materia non autorizzino rapidi cambiamenti di destinazione d'uso a favore delle strutture alberghiere, il che potrebbe salvare non poche strutture).


L'Evitabile

Avendo chiaro questo ambiente operativo è palese che potranno resistere allo sconquasso le strutture e le organizzazioni riconoscibili e appetibili. 

Per riconoscibili intendo marchi (brand) capaci di farsi conoscere, riconoscere e di comunicare ai grandi numeri, capillarmente reperibili sul territorio (anche online).

Per appetibili intendo imprese economicamente e finanziariamente strutturate in modo da disporre di una propria filiera ad integrazione verticale e dalla capacità di gestione di tecniche di CRM  in grado di offrire soluzioni di cross market leisure oriented al mercato direttamente gestito.

La situazione così presentata sembra favorire i grandi gruppi della GDO, che infatti si stanno muovendo concretamente sui mercati di livello di spesa minore coerentemente con il potere d'acquisto delle rispettive quote di mercato; ma si tratta di un modello in cui entreranno rapidamente in gioco anche i Big Suppliers di energia, telefonia, assicurazione, ovvero i grandi fornitori di pacchetti di servizi che operano su Quote di Mercato massive e continentali, potendo così gestire sia economie di scala in ambito gestionale sia, soprattutto, massa finanziaria ricorrente.

È piuttosto evidente che in un mercato in cui giocano players di queste dimensioni la piccola agenzia, magari isolata, avrà qualche difficoltà in più rispetto ad oggi. Sarà in grado di superarle solo se parteciperà, in ruolo di riferimento territoriale, non necessariamente come agenzia di viaggi ma anche come consulente, un grande gruppo, una grande organizzazione riconoscibile e appetibile.

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