C'era una volta il Sapiens, che impiegò qualche millennio per diventare Sapiens Sapiens e ora va evolvendosi in Homo Hybrid.
Homo Hybrid supera la fastidiosa questione del Caso, dal Fato, del Destino, consentendo al Libero Arbitrio di fare di sé ciò che si desidera essere, e ciò che la tecnologia consente di essere.
Mica poco, a pensarci bene: roba da far sussultare le ossa di Schopenhauer in consapevolezza e volontà.
L'offerta di modelli Homo Hybrid è vasta e personalizzabile.
C'è il modello base, che vive nel Metaverso e in quello spazio virtuale crea mediante l'immaginario il proprio immaginario.
Poco sopra, anche in termini di prezzo, il modello Eugenetico, fisicamente perfetto, bellissimo, per lo meno secondo i canoni della bellezza corrente.
Entrando nella fascia alta della Gamma le versioni più richieste sono l'Homo Aeternus, che dispone di organi di ricambio originali prelevabili da cloni, l'Homo Cyber, integrato con l'Intelligenza Artificiale e pertanto in grado di offrire prestazioni mentali straordinarie, e l'Homo Faber, in apparenza un Androide, robot meccanico, controllato da una mente umana (quest'ultima versione particolarmente apprezzata in compiti di difesa, di polizia, e di esplorazione, pertanto con un futuro assicurato e ruoli di prestigio).
E i Sapiens, direte voi, che fine fanno?
Anche loro sono divisi in due categorie: i Sapiens con Q.I inferiore a 100 sono dedicati a lavori di bassa qualità (essenzialmente in agricoltura, laddove il loro costo è inferiore a quello delle meccaniche disponibili); i Sapiens Sapiens, con QI superiore a 100 accedono a ruoli amministrativi, ovvero di controllo dell'attività dei Sapiens standard.
Signori, la Nuova Società è servita.
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