Leggo sempre con molto interesse gli interventi di Emanuele Cangini II in materia di Transumanesimo, argomento di sicuro interesse, in grado di scardinare una molteplicità di credenze e di assunti, primo tra tutti il fatto che esista un "fine", divino o universale, e quel "fine" sia l'Uomo.
Da sempre l'Uomo pone se stesso tanto al vertice degli esseri viventi quanto al centro dell'Universo seguendo l'impronta aristotelica.
E se così non fosse?
Se il "pianeta vivente", capace di organizzarsi in funzione del mantenimento della vita sulla propria superficie, avesse una diversa idea dell'obiettivo finale? e se l'obiettivo fosse l'evoluzione dell'intelligenza, indipendentemente dalla forma che l'intelligenza assume?
E se, ancora, non esistesse alcun obiettivo, alcun fine, alcun determinismo, e il fenomeno vita, a cui l'umanità appartiene, fosse un "ghiribizzo" casuale nell'infinito caos che ci circonda?
L'argomento è, ritengo, di massimo interesse e di massima "urgenza", vista la curva evolutiva che, con l'Intelligenza Artificiale e le nanotecnologie, abbiamo avviato
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