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Dal Turismo al Metaverso

Dai roveti parlanti in ambiente desertico ai fantasmi e le ombre generati da nebbie e foreste, su su nel tempo fino ai rapimenti da parte degli alieni ogni generazione umana ha elaborato allucinazioni specifiche, definite dalle suggestioni dell'inconscio, elaborate dalla favolistica collettiva, dalle comuni tensioni.

Il mondo allucinatorio è mondo vastissimo, spesso favorito da colpi di calore, eccesso di sostanze psicotrope, forme deliranti da alcool o da oppio: ma, in tutti quei casi, è chiaro il concetto di allucinazione, ovvero una realtà alternativa concepita dal cervello e ritenuta plausibile, o persino reale, dall'individuo.

Forti del fatto che ormai sappiamo che non è la realtà ad essere reale ma è il cervello che traduce impulsi in significanti per noi coincidenti con la realtà, ovvero è il cervello che costruisce la realtà che noi affermiamo essere tale, stiamo evolvendo dal concreto al Metaverso, che altro non è che una realtà alternativa concepita dal cervello e ritenuta plausibile, o persino reale, dall'individuo. Avrete osservato che la definizione che utilizzo è identica a quella utilizzata per allucinazione.

L'iterazione del Metaverso con il soggetto è favorito dall'immersività, fin qui assicurata da cuffie e visori, ovvero dall'utilizzo dell'apparato sensoriale naturale per stimolare le aree cerebrali dedicate alla creazione della realtà. Nulla vieta che in futuro cuffie e visori siano sostituiti da microchip inferenti direttamente l'area cerebrale funzionale. Ma non di tecnica desidero parlare, quanto piuttosto di Turismo, o quello che del turismo resterà in un futuro non distante.

Se il Metaverso assicura una esperienza sensoriale immersiva, coinvolgente e performante, cosa vieta di offrire al mercato un Meta-turismo esperienziale?

Non parlo solo di visite urbane o museali, parlo anche di speleologia, subacquea, esplorazione, rafting, paracadutismo, ovvero di qualsiasi esperienza agibile mediante immersione sensoriale pervasiva.

Ecco, le agenzie di viaggio potrebbero trasformarsi, a breve, in locali in cui si proiettano, si noleggiano, si vivono virtual tour show: il cliente entra, va in cabina, indossa cuffie e visore, si immerge nell'esperienza del tour ed esce soddisfatto.

Magari l'idea non ci piace, magari ci disturba, magari facciamo spallucce, ma se i super-investitori, da Musk a Zuckerberg, stanno lavorando su "questo modello" temo che il Metaverso si affermerà rapidamente generando una nuovissima forma di business in grado di scalzare quel modello (desueto) che impone di perdere tempo spostandosi, sempre forti del fatto che spostare elettroni è molto più semplice e meno oneroso che spostare atomi.

Si tratterà di allucinazione o di esperienza? La risposta spetta alla scienza, ma che il futuro sia sempre più virtuale credo sia indubbio. Piuttosto: perché descriverlo ancora come virtuale?




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