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LA "COSA GIUSTA" E' ANCHE POLITICA

  • Immagine del redattore: BorZorro
    BorZorro
  • 17 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

E' possibile un “consumo critico e consapevole” all'interno di un sistema economico neo liberista?


Si è da poche ore conclusa la Fiera “fai la cosa giusta” dedicata al consumo sostenibile, a parte delle attività artigianali e alle soluzioni di economia circolare.

Bella manifestazione, carina e educata: una sorta di Mostra del Giardinaggio inglese o giapponese nell'ambito di quell'Ambientalismo in cui si afferma che “l'ambientalismo senza rivoluzione è al massimo giardinaggio”.

La questione posta dall'Ambientalismo più radicale è la medesima che pone il Consumo critico e consapevole: il modello economico e produttivo che fa capo al neoliberismo non prevede una pressante azione ambientalista né, tanto meno, un “consumo critico” ma, al contrario, definisce come adeguato uno stile di vita iper consumista che premia un modello di produzione economicamente conveniente, il che significa poco rispettoso per l'Ambiente o per i Diritti dei lavoratori.

Come noto il Capitalismo, e il neoliberismo a maggior ragione, è in grado di assumere in sé le proprie contraddizioni e trasformarle in nuove attività produttive a carattere capitalista: in parte l'ambientalismo si è trasformato in “green economy” diventando modello economico produttivo neoliberista per eccellenza e il rischio che si intravede è che la stessa cosa accada nel settore del consumo critico e consapevole.

L'economia circolare diviene, nel capitalismo, il business del recupero delle materie prime mentre il modello produttivo a basso inquinamento si traduce attribuendo a miriadi di piccoli artigiani sottopagati i compiti di produzione per “griffe” che fanno della produzione artigianale il proprio vanto.

In ambito economico vi sono alcune certezze che sostengono tanto l'Ambientalismo quanto il Consumo Critico:

a) le risorse che la Terra offre sono limitate e vanno gestite con parsimonia; b) lo sfruttamento intensivo tipico del Capitale deve lasciare spazio ad altre forme di economia compatibili con le risorse fruibili; c) la necessità consumistica imposta dal Capitale deve essere sostituita da uno stile di vita impostato sulla Sobrietà dei Consumi.

Fare la Cosa Giusta, quindi, diviene un atto politico, in qualche modo rivvoluzionario e persino sovversivo rispetto al modello trionfante del neoliberismo.

Fare la Cosa Giusta significa ignorare le sirene del consumismo e premiare le produzioni che si fondano sui concetti del recupero delle materie prime, del basso livello di inquinamento del ciclo produttivo/distributivo e del giusto riconoscimento economico a favore di chi lavora.

È un'idea di Società, quindi un'idea politica, dirompente rispetto al Capitale neoliberista, alternativa al modello corrente in cui siamo tutti immersi.

Oggi possiamo ancora fare finta di affrontare il Consumo Critico come se fosse un piacevole hobby a cui dedicarsi per sentirsi socialmente appagati, ma nella prospettiva del futuro incombente lo Stile di Vita improntato alla Sobrietà dei Consumi non può che divenire la regola fondamentale per assicurare a tutti, Pianeta incluso, il Futuro stesso.




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