Nella mia battaglia contro alcuni criteri della Sostenibilità, a cui sostituisco la Sobrietà, uno degli elementi critici riguarda il Costo della Sostenibilità.
La reingegnerizzazione dei sistemi energetici e delle motorizzazioni definisce un costo immenso in termini di investimenti, costo che, inevitabilmente, sarà a carico dei clienti e dei consumatori.
Così, rispetto al procedimento Top-Down della Sostenibilità, imposto dall'establishment per motivi non sempre ambientalmente validi, preferisco la Sobrietà, processo di autocontrollo e disciplina dei consumi, che tende a premiare le imprese meno invasive e rispettose dell'ambiente e dell'economia circolare.
E il Turismo cosa c'entra?
C'entra, e c'entra molto.
Se riteniamo corretto assumere i criteri del "rispetto ambientale", allora dobbiamo essere fermi nel Rispetto in generale: rispetto per chi lavora, rispetto per chi ospita, rispetto delle regole, rispetto dei codici e delle norme. Un comportamento orientato alla Sostenibilità è, eticamente, un comportamento consapevole e rispettoso.
Inutile, allora, sciacquarsi la bocca e farsi belli con concetti di Sostenibilità se poi si rincorre "il prezzo": qualsiasi cosa costi poco non è Sostenibile e da qualche parte c'è la fregatura. O è prodotta male o è prodotta speculando o è prodotta sfruttando, o tutte e tre le cose. Nel trasporto aereo valgono le stesse clausole,
Se, al contrario, un servizio o un prodotto è eseguito e organizzato nel rispetto delle regole e dell'etica, inevitabilmente ha un costo elevato. In questo senso la Sostenibilità definisce una frattura "classista" (un po' come certi prodotti "bio" al supermercato che costano il triplo degli altri apparentemente identici, anzi a volte persino esteticamente più gradevoli).
Ritengo arrivato il momento di prendere seriamente la questione Etica, quella Morale e quella della Sostenibilità in ambito turistico.
Da anni scriviamo di essere contrari al turismo sessuale. Bene, ma vendiamo lo stesso voli e pacchetti anche se sappiamo benissimo cosa vanno a fare i clienti in determinate destinazioni.
Da anni vendiamo viaggi in luoghi deformati e deturpati dal turismo, con popolazioni asservite alle regole del consumo turistico e dei relativi abusi, da anni non chiediamo a nessuno dove e a quali condizioni certi grandi resort acquisiscono l'acqua o dove e come scarichino i rifiuti (o se esistano reti fognarie urbane a cui certi resort sono connessi). Continuiamo a non curarci di ricordare ai clienti che le creme solari uccidono le barriere coralline, che la plastica ammazza la fauna ittica, che i mozziconi di sigaretta durano cent'anni. Da anni mandiamo al macero migliaia di tonnellate di carta patinata, con relativi inchiostri inquinanti: insomma, che attori del turismo siamo? Che etica presentiamo? Come ci permettiamo di parlare di "turismo sostenibile"?
La Sostenibilità ha un Prezzo e un Costo, e il Turismo, nella sua forma Sostenibile, non è affatto a buon mercato, anzi è esclusivo.
Altro che low-cost....
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