Travolti dalla globalizzazione imposta non senza una certa dose di aggressività dalla "democrazia economica" prevalente nei tempi immediatamente successivi al crollo del Muro di Berlino, avevamo persino immaginato di vivere in un mondo che tendesse, più o meno spontaneamente, all'omogeneità: una forma di convergenza su modelli economici, politici, produttivi, di consumo, e di apparentamenti culturali (verso il basso) che avrebbero reso il mondo una sorta di Paese dei Balocchi per esseri umani considerati sempre meno come persone e sempre più come consumatori.
Poi qualcosa, qualcosa di molto importante, è cambiato.
Il modello, imposto dal neoliberismo anche a suon di cannonate, ha convinto alcuni a tornare su posizioni originali, altri ad alzare barriere protettive tanto verso la propria identità che verso la propria cultura, ma soprattutto i danni all'ambiente procurati da un modello produttivo ipertrofico e insensato hanno sollecitato una parte dello stesso Occidente ad esprimere proposte tese ad un diverso modello, ad un consumo consapevole e non onnivoro, a sostegno di economie circolari e del riutilizzo. Nel nostro caso abbiamo cercato di sviluppare proposte tese ad un Consumo Etico, riassunto nel termine di Filosofia della Sobrietà.
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