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Il Paradosso della Vacca

Circola di questi tempi nei diversi Social una tabella che indica i consumi idrici necessari per ottenere un chilo di cereali piuttosto che di carne, a netto svantaggio della carne: un suggerimento a ridurre, quando non abolire, il consumo di carne bovina. Sull'esattezza dei dati potrei non essere d'accordo, ma non è questo il tema.

Il tema è il Paradosso della Vacca: che si sia vegetariani o no, animalisti o no, il Paradosso della Vacca rimane: per fare crescere una Vacca (o simile) serve un sacco di acqua, ed è indifferente che poi, svezzata o cresciuta che sia, la predetta Vacca finisca o meno sui banchi della macelleria.

Il Paradosso della Vacca è che se diamo retta alla Tabella non alleviamo più vacche, non diamo più vita ai bovini, se non per la produzione di latte (di cui non oso immaginare il prezzo, visto i costi idrici per la sua produzione che passa inesorabilmente dalle mammelle della Vacca).

Immaginiamo, comunque, che si tengano le Vacche per produrre latte.

Ok, e dei maschi (vitelli che potrebbero diventare tori o manzi o buoi grassi) che si fa?

Li buttiamo? ne facciamo crocchette per animali domestici?

Ora la questione dei consumi idrici della Vacca o è etica o è economica.

Se è economica diamo alla carne un valore/prezzo esorbitante, che includa un risarcimento sociale per l'acqua consumata.

Ma se la questione vuole essere etica allora stiamo attenti perché il meglio è nemico del bene, e quando ci si accorgesse che tutti i mammiferi, per crescere, consumano cisterne d'acqua potremmo trovarci di fronte a a scelte drammatiche, inibendo le possibilità di vita ai mammiferi ancora non nati.

Con buona pace degli animalisti e dei vegani che, scoprendo quanto bevono bufali, elefanti e rinoceronti, potrebbero immaginare un modo "solo green".



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