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LA NATURA ANTIDEMOCRATICA DELLA NATURA

In natura la "democrazia" non esiste.

Qualsiasi branco, gruppo, gregge, stormo animale dispone di una gerarchia interna, conquistata per "nascita" come nel caso delle Regine degli alveari o dei termitai, o a "caro prezzo", come nel caso dei mammiferi capi branco.

La Natura impone ad ogni vivente di partecipare al gioco della Selezione: si afferma chi è più adatto all'ambiente, alle sue mutazioni, al cambiamento (anche quello climatico), e si afferma chi dimostra maggior forza e determinazione, e queste forme di affermazione consentono al Vincente di riprodursi, a scapito dei perdenti.

Da questa assai sommaria descrizione si evincono due elementi: il primo definisce la natura competitiva della Natura, il secondo afferma che obiettivo primario della Natura è la riproduzione tanto del patrimonio genetico che delle capacità di chi, nelle rispettive Specie, si è affermato sulla concorrenza.

Il modello della Natura è implicito nella Natura stessa e si esplicita in ogni era, indipendentemente dalle Specie esistenti, con perfetta indifferenza rispetto alle Specie estinte, in una forma che premia l'efficacia e l'efficienza, ovvero la capacità di adattamento, della Specie rispetto all'Ambiente.

Da nessuna, da nessunissima parte, in Natura, sta scritto che l'Uomo, per come lo conosciamo, sia il punto di arrivo, il Limes evolutivo oltre il quale nulla si intravede e nulla vi è speranza di incontrare: questa è solamente la narrazione dell'Uomo che l'Uomo fa di se stesso, il punto di vista di una Specie che si vuole superiore al resto delle Specie.

Anche l'Uomo, pochi secoli orsono, optava per selezionare i suoi membri: da Sparta a Roma gli inadatti e gli inadeguati non avevano speranza di futuro.

Nella Cina rivoluzionaria, come nell'Europa moderna, era prassi diffusa l'eliminazione dei nati non sani (e in Cina anche delle figlie femmine, considerate inadatte al lavoro dei campi, come peraltro avveniva frequentemente nell'Italia agricola del '6/700).

Poi l'Uomo scoprì la Democrazia e i Diritti Naturali, elementi ignoti alla Natura, ma da questa visione, accolta per meno di un secolo dall'Occidente "democratico", si vanno ora staccando segmenti di pensiero e di ricerca, che puntano ad un rinnovamento ed un miglioramento della Specie attraverso la ricerca tecnologica, scientifica, genetica, cibernetica, informatica e delle nanotecnologie.

Eugenetica e Transumanesimo si affacciano nel panorama umano affermando tanto la possibilità di estensione dell'esistenza, quanto quella dell'integrazione tra Natura umana e Cibernetica, tra Natura e Biomeccanica, implicitamente proponendo un modello che scavalca la Democrazia per riportare la Specie alla distinzione Naturale definita da efficacia ed efficienza, palesandosi il Transumano, il Connesso e il Mind Uploaded incomparabilmente più efficiente ed efficace del Sapiens comune.

Una distinzione non scevra dall'aspetto economico, che consentirà a pochi di acquisire Potenzialità e Competenze inarrivabile ai più.

A fronte di questo scenario si impone un ripensamento dell'Etica, della Morale, della Politica, dell'Organizzazione sociale e di quell'insieme di elementi costitutivi della Filosofia che, fino a ieri, ha avuto per oggetto l'Uomo ma da domani avrà a che fare con i Transumani.



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