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IL TEMPO DELLA SOBRIETA'

Di fronte agli scenari aperti dalla globalizzazione economica e dalla tecnologia imperante, le filosofie ottocentesche, a cui siamo pervicacemente aggrappati, sembrano non poter dare alcuna risposta, tanto meno conforto. Dimenticare Marx, Weber e Nietzsche per affrontare le nuove sfide facendo propria la Filosofia della Sobrietà, un'etica del Consumo che a sua volta condiziona e definisce le clausole della produzione, premiando le produzioni non impattanti sull'Ambiente, basate sull'economia Circolare e del riutilizzo.

La Filosofia della Sobrietà contesta e critica il modello iperconsumista proposto dal neoliberismo, non solo per la bulimia consumistica che propone, ma anche per le ricadute drammatiche sulla psiche di soggetti meno resistenti (si pensi all'incremento delle nevrosi adolescenziali o al livello ipertrofico raggiunto dal narcisismo proposto dalla sottocultura consumista), per le conseguenze ambientali ma, soprattutto, per la catastrofe umanitaria che crea milioni di "nuovi miserabili".

La Filosofia della Sobrietà propone un modello bottom-up che rifiuta le semplificazioni sospette proposte dalla "sostenibilità" con il suo corollario di green economy, ovvero un progetto top-down teso ad arricchire i soliti noti e che nulla cambia sotto il profilo produttivo e del consumo energetico.


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