Recentemente Jacques Attali ha scritto che l'eccesso di libertà, insieme con l'eccesso dei "diritti civili" tra i quali campeggia la possibilità di dire ciò che passa per la testa senza che vi sia un controllo da parte d terzi, mina le fondamenta del vivere sociale scatenando la tendenza all'individualismo esasperato. In effetti mai come in questi anni, tra "diritti" e sviluppo dei social network, si sono viste e sentite tante teorie bizzarre, a partire dal terrapiattismo, e complottiste, praticamente su ogni argomento.
Osservo però che se la politica dei fact-checker recentemente avviata si è dimostrata tanto fragile quanto poco credibile, una specie di censura preventiva che censurava semplicemente ogni pensiero non adeguato a quello proposto dal mainstream, l'eccesso di libertà e l'abuso dei cosiddetti "diritti civili" genera una reazione che si riflette nelle scelte elettorali e politiche che, in modo sensibile in Europa, svoltano rapidamente verso destra, verso un conservatorismo dalle tendenze autocratiche.
Forse, allora, la "libertà" sta alla società come l'autoregolamentazione sta al mercato: di fronte agli eccessi si ridefinisce nelle condizioni della disponibilità riportandosi in fase di equilibrio.
Forse. O almeno mi auguro che sia così.
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