Sembra proprio che la nostra attuale Società sia dilaniata da una Conflittualità permanente, una conflittualità che considera ogni possibile spunto come innesco della bomba pronta ad esplodere.
Non si tratta più del più classico schema di confronto, generalmente definito dalle appartenenze, nazionali, di classe, di fede o di etnia, ma di veri conflitti, tanto violenti quanto arroganti, in cui la dialettica sembra essere eclissata, lasciando il posto alla retorica di minor livello.
Il conflitto, oggi, avvolge ogni elemento della vita sociale ed esplode con inusitata violenza e irruenza: come se gli individui si aggrappassero ad una ideale micro appartenenza per validare e convalidare la propria individualità, individualità di cui, probabilmente, i soggetti hanno perso le tracce. Nella determinazione del Conflitto, nella contrapposizione di ciò che potrebbe essere anche un più semplice confronto, nel rendere Opposti elementi che a ben guardare potremmo definire complementari, oggi pesano problematiche consistenti: dalla precarietà del lavoro alle minacce percepite dalla crescita dell'automazione e dell'Intelligenza Artificiale, dalla povertà dilagante a processi economici sbandierati come salvifici e dimostratisi fallimentari.
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